Visiteremo il Parco Regionale dell’Appia Antica la meglio conservata delle grandi vie romane che fu aperta dal censore del 312, Appio Claudio Cieco.
Ma la nostra non è solamente una passeggiata! E’ un’occasione per capire la professione dell’archeologo. Infatti offriremo, a chi vuole, la possibilità di effettuare scavi in un’area ancora “vergine” dove è possibile trovare reperti romani.
Durante il percorso vi illustreremo il progetto di scavo presso l’area archeologica della Via Nomentum-Eretum a Monterotondo al quale potete partecipare!
Dagli scavi è emerso un contesto molto simile a quello dell’Appia, seppure di dimensioni minori: una via basolata, un sepolcreto di epoca romana e una villa rustica. Il progetto di scavo archeologico è aperto a tutti coloro che vogliano provare per alcuni giorni l’esperienza della professione dell’archeologo! Nell’attività di scavo sarete seguiti dagli archeologi Marco Zanardi, Sara Paoli e Tiziana Sgrulloni.
La via Appia è stata la prima strada romana a prendere il nome non già dalla sua funzione (la “via Salaria” come “via del sale”) o dal luogo ove era diretta (la “via Ostiense”) ma dalla persona che l’aveva costruita. La via, denominata “regina viarum”, ossia la “regina delle strade”, all’inizio terminava a Capua, poi nel 268 a.C. venne prolungata fino a Benevento ed infine (prima del 191 a.C.) fino a Brindisi, divenendo così il principale sbocco di Roma per i suoi traffici con l’Oriente. L’Appia Antica ha una posizione particolare: passa in alto nella Campagna Romana e non in un fondovalle come, ad esempio, la via Appia Nuova e come in genere fanno tutte le grandi vie di comunicazione.
La via usa come tracciato la colata di Capo di Bove, una colata di lava di 270 mila anni fa che veniva dal Vulcano Laziale (i Colli Albani) e che, fluendo all’interno di un valloncello, è arrivata fino a dove oggi c’è la tomba di Cecilia Metella.
Nella nostra passeggiata visiteremo un impianto termale della metà del II secolo d.C. con fasi edilizie fino al IV secolo e tracce di uso agricolo-produttivo riferibili al periodo tardo antico, quando la zona rientrava nel Patrimonium Appiae (vasta tenuta agricola di proprietà ecclesiastica). Delle terme rimangono decine di ambienti, pavimentazioni a mosaico e in marmo colorato, vasche idrauliche, tubuli in terracotta, l’impianto fognario e porzioni dei rivestimenti in lastre di marmo e intonaco dipinto.
La visita prosegue con il Mausoleo di Cecilia Metella. Questo monumento simbolo dell’Appia Antica fu costruito durante il principato di Augusto per onorare la memoria di Cecilia Metella, figlia di un console. È un mausoleo a pianta circolare su un basamento a pianta quadrata, che ricorda in dimensioni ridotte quello di Augusto.
Nel 1303 fu inglobato nel Castrum Caetani e divenne il torrione principale della sua fortificazione. Il palazzo signorile del castrum, costruito sopra il termine della colata lavica di Capo di Bove (di oltre 300.000 anni fa), conserva ancora le caratteristiche di una residenza medioevale, segno del potere della famiglia di papa Bonifacio VIII. Oggi è possibile visitare il piano ipogeo. La Tomba e il castello offrono un interessante esempio dei materiali e delle tecniche edilizie adottate nell’antichità e nel Medioevo.
L’itinerario continua con una passeggiata lungo l’Appia antica alla scoperta dei resti dei sepolcri che dovevano costeggiare la Regina Viarium
Durata 2 ore. A cura di Antico Presente e dell’Archeoclub d’Italia, sede di Mentana-Monterotondo.
La visita guidata sarà condotta da Sara Paoli e Tiziana Sgrulloni archeologhe e guide turistiche abilitate.
Appuntamento
Sabato 13 aprile 2019 ore 16,00. All’area archeologica di Capo di Bove in Via Appia Antica, 222, Roma.
Condizioni
Minimo 15 partecipanti. Prenotazione obbligatoria entro 2 giorni dalla visita
Costi
Quota di partecipazione € 10,00. Ingresso alla Tomba di Cecilia Matella € 5,00. In aggiunta €1,50 per gli auricolari
Informazioni e prenotazioni
M.Giulia 3358034198 info@anticopresente.it www.anticopresente.it