Danza e teatro, doppio appuntamento al Boni di Acquapendente. Venerdì 17 novembre “Tempesta”, domenica 19 “La giara. Un meraviglioso regalo”.
Venerdì 17 novembre, alle ore 21, di nuovo grande danza con lo spettacolo “Tempesta” di Asmed – Balletto di Sardegna, coreografia, regia e canzoni di Caterina Genta (ingresso 10 euro). Sul palco Luca Castellano, Matteo Corso, Caterina Genta, Cristina Locci, Sara Pischedda. “Tempesta” è un laboratorio, l’isola di Prospero è il teatro e lo specchio del mondo. Il lavoro, nato in prima stesura come opera performativa, danzata, cantata e recitata dalla stessa autrice interprete, in questa fase si evolve in un lavoro corale, teatrale e coreografico in cui i danzatori sono i protagonisti.
Ogni personaggio crea il proprio racconto e insieme interpretano le suggestioni, le forze della natura, la magia, la follia. I naufraghi riemergono salvi, con i vestiti asciutti, senza nemmeno un capello fuori posto. Sull’isola incantata Miranda, Calibano, Ariele, Prospero e Ferdinando interpretano il proprio ruolo e si rincorrono in un gioco di specchi e di travestimenti in cui i ruoli si sovrappongono e si scambiano continuamente. Tre Mirande, quattro Calibani, un Calibano rockstar, due Arieli… Le canzoni nascono dalla potenza evocativa del testo in lingua originale. La musica, composta appositamente per questo lavoro, viene usata in funzione drammaturgica creando spazi sonori e di narrazione attorno all’azione, usando sonorità etnico-elettriche e romantico-rinascimentali.
Domenica 19 novembre alle ore 17.30 spazio alla prosa, con “La giara. Un meraviglioso regalo“, una produzione Teatro Boni e Seven Cults (ingresso 10 euro). Una rielaborazione dal racconto di Luigi Pirandello a cura di David Norisco, con Roberto Zorzut, Sandro Nardi, Livia Caputo, Roberta Gentili, Dario Carbone. Regia di Filippo D’Alessio. Se il regalo è un oggetto voluminoso come una giara, non solo ha un valore simbolico esemplare, ma nasconde un imperversante percorso tortuoso dove due visioni si scontrano e si sorreggono.
Chi conosce il racconto di Pirandello sa bene quanto la poetica dell’artista siciliano sia qui semplificata nelle due verità a contrasto: la follia taccagna del proprietario della giara e quella dell’artigiano che proprio riparando la giara rotta ne rimane prigioniero. Attorno a questo irrisolvibile e miserrimo dilemma si snoda il testo: tutto sembra semplice, terra terra, ma invece, come nelle cose del mondo, niente è semplice e il semplice basta un niente per trasformarsi in complicato. In questa rielaborazione però spunta una terza visione: quella del garzone, che nell’entusiasmo dell’età crede nel mondo e nel futuro.
Si intrinsecano poi in questa vicenda rurale anche passaggi di Cechov e del suo atto unico “Una domanda di matrimonio” e pure di un altro racconto pirandelliano, “La patente”, dove la iella è portata a paradigma salvifico. Se il proprietario della giara e colui che la giara ripara destano ironia per le loro improbabili visioni del reale del quale sono prigionieri, il giovane garzone invece nella sua ingenuità positiva crea un vortice di gioiosa energia che semina in tutta la storia.
Per informazioni e biglietti: 0763.733174 – 334.1615504 – www.teatroboni.it.