La Rocca dove nacque Ranuccio il Vecchio, l’uomo della ”svolta”; i giardini dove la scaltra Madama Giovannella tramava per infilare la sua bella figlia nel letto del Papa; il grandioso Palazzo che il Cardinal Alessandro impiegò 27 anni a realizzare, tra affreschi di allegorie, miti e carte geografiche; l’Isola Bisentina, concentrato di tali bellezze artistiche e naturali, da rubare l’ammirazione di chiunque vi passasse.
Per due giorni, il 24 e 25 ottobre, l’intera Tuscia celebra il fasto e il genio dei Farnese, la dinastia che diedi i natali a Papa Paolo III, regnò sul Ducato di Castro e poi su quello di Parma e Piacenza e che con il suo gusto per il bello e per l’arte tanto contribuì al fiorire del Rinascimento.
L’occasione è la prima edizione delle Giornate Farnesiane, organizzate dall’Associazione Dimore Storiche Italiane – Sezione Lazio, che per una volta spalancheranno eccezionalmente e gratuitamente portoni e cancelli di alcune delle più belle residenze private appartenute alla storica famiglia, normalmente chiuse al pubblico, con visite guidate e concerti.
”Tutti legano il nome dei Farnese a Roma o Napoli – ha dichiarato all’Ansa Stefano Aluffi, consigliere dell’ADSI – Ma le loro origini sono nella Tuscia, dove il nome appare già nei documenti del XII secolo”. Piccoli feudatari e comandanti della milizia pontificia, i Farnese conquistarono potere grazie a Ranuccio III che nel ‘400 cominciò a guadagnare territori, alla bellezza di Giulia (che tradizione vuole amante di Alessandro VI) e all’ascesa di Papa Paolo III. ”Ma è da sempre – prosegue Aluffi – che i Farnese ebbero il pallino dell’architettura, disseminando questa parte del Lazio di veri gioielli d’arte”.
Le Giornate Farnesiane apriranno dunque le porte a Palazzo del Drago di Bolsena, già Palazzo del Cardinale Tiberio Cristo; al Castello Ruspoli di Vignanello (ereditato in linea diretta dai Farnese), con il suo giardino all’italiana; a Castello Orsini di Carbognano, un tempo residenza di Giulia Farnese; a Palazzo Farnese di Isola Farnese e alla Rocca Farnese di Capodimonte, affacciata sul Lago di Bolsena. Parteciperanno anche gli edifici pubblici, come la Torre di Marta, i Palazzi di Caprarola e di Gradoli, la Rocca e il castello di Valentano e poi ancora dimore a Canino, Carbognano, Latera, Vasanello. Fino al gioiello della collezione, la Rocca Farnese di Ischia di Castro, che Aluffi ha comprato e restaurato pochi anni fa.
”E’ la più antica delle residenze del casato – racconta – Nato intorno ad un castrum Aldobrandeschi, fu trasformato fino all’attuale edificio su tre livelli, il cui progetto, mai completato, è attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane”. Nei secoli anche proprietà della Camera Apostolica, il palazzo compare in molte delle vicende legate alla famiglia Farnese. ”Nel 1527 – prosegue Aluffi – Pierluigi Farnese, figlio di Paolo III, firmava ‘dal mio palazzo di Ischia’ una lettera a nome dell’Imperatore Carlo V. Soprattutto, proprio in questa Rocca nel 1390 nacque Ranuccio Farnese il Vecchio, nonno del Papa, che vi morì nel 1450, tra i pochi scampati alla sommossa popolare del 1395”.
I lavori di restauro compiuti hanno permesso la riapertura della loggia cinquecentesca, chiusa e inaccessibile da tre secoli, che è, dice Aluffi, ”la cifra architettonica dei Farnese, l’elemento ricorrente in tutte le loro residenze. Abbiamo poi svuotato di tutti i detriti la torre del 1200 – prosegue – scoprendo una bellissima muratura. Con le Giornate Farnesiane vorremmo anche mostrare il grande dispendio di forze e risorse che noi privati impieghiamo per questi beni inestimabili per la comunità, che non hanno una grande valore commerciale, ma sono gravati da oneri enormi”.