Inaugurazione: domenica 24 novembre 2024, alle ore 16 della Mostra “Pace e Amore” di Massimo Centaro
Orari: sabato e domenica, dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19
Info e prenotazioni per visite infrasettimanali: 328 4838523 (Massimo Centaro)
I lavori di Massimo Centaro sono uno sforzo tecnico:cinque tele (100×100) che spingono il fruitore a riflettere sui temi scottanti di un’epoca di guerre rispondendo con colori e segni di pace ed amore.
Una terra rinata e rigogliosa, dove gli azzurri dei cieli e i verdi smeraldo riportano il pianeta alla “primigenia nascita”; altri lavori prendono in prestito i simboli della contestazione americana contro la guerra in Vietnam:Peace and Love.
Altri simboli di amore: una crocefissione di un Gesù di una colorazione verde speranza; altre tele di protesta contro l’inquinamento atmosferico e un simbolo di una società autocosciente, non limitata da leggi capestro.
La tecnica, iniziata nel 1976, prese forma con la frequentazione dell’Accademia delle Belle Arti di Roma, dovetrasse ispirazione da maestri come Antonio Scordia – reggente della cattedra di decorazione, artista internazionale – un critico come Maurizio Fagiolo Dell’Arco – ultimo biografo del maestro Giorgio De Chirico –e Giorgio Strazza, incisore di fama mondiale.
Tutto il percorso dell’artista Massimo Centaro è alla ricerca di comunicazioni d’amore e di pace tra i popoli in guerre fratricide. amor vincit omnia!
RITRATTI DI ORAZIO CENTARO
Ritratto di donna:
Più disegno che fotografia?
Oppure
Più fotografia che disegno?
ORAZIO CENTARO nasce a Siracusa nel 1930.
Fin da giovanissimo coltiva la passione per il disegno, quindi per la fotografia ritrattistica.
Nel 1965 si avvicina al mondo del cinema fotografando attrici bellissime come Rada Rassimov, Raffaella Carrà, Paola Pitagora, con le quali stabilisce, peraltro, un legame di grande amicizia.
Nel 1967 gli è stato conferito il “Trofeo d’argento” dell’amministrazione dei commercianti di via dei Condotti a Roma.
Nel 1969 la città di Chieri gli conferisce la “Medaglia d’oro” per la fotografia.
Nel 1970 realizza una mostra personale nella “Galleria Trevi” a Roma.
Nel 1972 presenta i suoi ritratti nella Galleria Quant, a Roma.
Nel 1979 espone i suoi ritratti nella galleria “Casa do Brasil” dell’Ambasciata del Brasile a Roma.
Nel 1980 espone i suoi lavori presso la “Galeria de arte do Yate Clube do Rio de Janeiro” in Brasile.
Nel 1983 realizza una mostra personale presso la “Galeria Anna Maria Niemayer” a Rio de Janeiro in Brasile.
Ancora nel 1983 apre,a Rio de Janeiro, il suo studio fotografico “Orazio idea Ritratto”
Possiamo concludere dicendo che, per Orazio Centaro, la “donna” è tutto: armonia, bellezza e sensualità..
LUISA BRUNETTI nasce a Roma, dove vive e lavora.
Laureata in Lettere Moderne, dopo un periodo di interesse per il teatro si dedica costantemente alla pittura, dando la preferenza alle antiche tecniche della pittura a olio. Frequenta la Scuola Libera del Nudo all’Accademia di Belle Arti di Roma, poi l´Istituto S.Giacomo.
Dagli anni ‘80 si associa prevalentemente a gruppi ed associazioni di artisti caratterizzati dalla scelta di luoghi alternativi a quelli ufficiali, come l’associazione “Magazzini Generali”, il gruppo “Plexus International”, gli “Artisti Sfrattati”, l’associazione “Studi Aperti” e il gruppo “Artisti Clandestini”.
Partecipa a manifestazioni caratterizzate da impegno sociale ed umanitario, ed espone anche in numerose gallerie,soprattutto a Roma.
Per alcuni anni, abbandona la pittura per conoscere le possibilità creative che le nuove tecnologie possono offrire; studia quindi la grafica digitale, la fotografia digitale, il video montaggio.
Nel frattempo scopre,insieme ad altri amici artisti, le bellezze della Tuscia viterbese ed acquista, a Bassano Romano (VT), una ex cantina vinicola che, ristrutturata, diventerà il suo studio. Qui si ritira durante il periodo della pandemia, riscoprendo l’urgenza fisica e manuale della pittura.
Le opere qui esposte, ispirate dalla natura del luogo, sono il risultato di questo nuovo percorso creativo.
REMO LUCIANI
Tratto da una recensione del 1986 del Giornalista Claudio Lippi:
“Luciani lancia il messaggio di una materia che soffre,lacerata e martoriata in quel microcosmo ormai privo di sublimazioni e depredato di qualsiasi entusiasmo. L’opera di Luciani è carica di un linguaggio di cui la nostra anima ne è attenta percettrice”.
L’ingresso alla mostra è libero.