Come immaginava la volta celeste e cosa percepiva in essa il popolo dei nostri antenati? Quale misterioso sentimento era generato dall’apparente moto rotatorio delle stelle e che problematiche facevano insorgere i caotici zigzag dei pianeti nel buio della notte? L’orientamento nello spazio fisico era una questione pressante e posizionare se stessi nel cosmo dava più di qualche problema. La cosa non era semplice ma andava risolta!
L’organizzazione dello spazio era cosa sacra. Il templum, l’area sacra, era ricavato da una precisa porzione di cielo proiettato in terra. Il mundus era la cavità che veniva scavata nei riti di fondazione forse per collegare il cosmo agli inferi. E poi, la rotazione attorno ad un punto fisso, un polo, che dava luogo alla suddivisione delle aree.
Gli Etruschi sapevano, pur non potendo spiegarlo, che tutto ruotava attorno ad un unico, preciso punto, messo lì nel cielo. Un vero è proprio ‘cardine universale’ con cui tanto era necessario allinearsi nella disposizione delle cose terrene. Da qui il Cardo, la via principale della città, l’asse passante, nella direzione più importante della casa celeste.
Nel cielo, laddove dimoravano gli dei, tutto doveva rimanere in ordine il più possibile. Gli eventi che spezzavano l’armonia, come le stelle cadenti, le eclissi, atterrivano l’animo umano.
Come si percepiva l’uomo antico all’interno dello spazio e come ci percepiamo noi oggi?
A queste domande cercheremo di dare le risposte necessarie, per capire il percorso del pensiero nella comprensione dell’universo e delle sue faccende.
Marco Zicconi insieme a Sabrina dell’associazione Antico Presente hanno pensato di addentrarsi nei meandri del cielo stellato delle antiche popolazioni italiche.
Marco è un fisico e ha studiato lo spazio per gran parte della sua vita, ma è anche uno studioso di storia etrusca. si interroga sempre sulle modalità dell’interpretazione delle cose celesti in relazione al sentimento religioso che animava i popoli che qui vissero.
Pensa… ai tempi degli etruschi, il nord non era neanche facile da trovare! Seguendo a ritroso le meccaniche celesti, ti accorgeresti che 3000 anni fa la stella polare non era lì dov’è ora. Al suo posto c’era solo buio. Oggi per noi l’orientamento è molto più semplice. Chissà quanto questo abbia influito nello sviluppo della percezione di se stessi nell’universo circostante.
Cammineremo di notte con le nostre luci frontali lungo vie antiche: il cielo stellato da qui è un’esperienza veramente emozionante. Racconteremo dello spazio e delle stelle che la notte primaverile ci propone. Ci muoveremo tra le costellazioni alte nel cielo e lo sbrilluccichio degli astri che invece stanno sorgendo, pronti a imporporare le serate estive. E cercheremo di indagare le faccende dell’archeoastronomia.. Durata 2 ore.
Appuntamento
Sabato 26 maggio 2018 ore 21.00 all’area attrezzata di Caiolo a Barbarano Romano (VT).
Condizioni
Minimo 15 partecipanti. Prenotazione obbligatoria. Iil numero è chiuso Abbigliamento da escursione, scarpe da trekking,
Contributo
L’evento è aperto a tutti, non è necessario essere soci. Il costo è di € 10,00. Se qualcuno vuole approfittare per rinnovare la tessera, potrà farlo (il costo della tessera annuale è di € 10,00).
Informazioni e prenotazioni
Sabrina 339.5718135 info@anticopresente.it www.anticopresente.it