Tutto pronto nel capoluogo della Tuscia viterbese per il debutto della nuova Macchina di Santa Rosa, “Gloria”, dell’ artista Raffaele Ascenzi.
Giovedì 3 settembre alle 21,00, l’imponente macchina accenderà le strade di Viterbo ed il cuore dei suoi cittadini. Sarà questa la prima volta che la neo arrivata compirà il rinomato percorso, con le cinque soste, in spalla ai ben collaudati facchini. A contraddistinguere l’opera il bianco celestiale e gli angeli e sopra di tutto l’adoratissima statua della Santa. La città è pronta quindi a raccogliere ed accogliere turisti e pellegrini provenienti da ogni dove uniti dal motto “tutti den’ sentimento”.
Come da tradizione, il 2 settembre alle 12 ci sarà la consegna della mazza del maggiordomo dei priori da parte del sindaco ai responsabili del corteo storico in Piazza del Plebiscito. Successivamente la mazza verrà portata per le vie del centro in rappresentanza del potere cittadino nelle processioni viterbesi dei secoli passati.
Il trasporto della macchina di Santa Rosa è il più alto momento di celebrazione della tradizione e della fede Viterbesi nonchè momento di spregiudicata suggestione per coloro che assistono al trasporto.
Scheda
La Macchina di Santa Rosa è una costruzione di circa 30 metri dal peso di pressappoco 50 quintali, che commemora l’antico baldacchino sul quale avvenne il primo trasporto; viene trasportata a spalla da 100 facchini nel centro storico di Viterbo la sera del 3 Settembre di ogni anno, vigilia della ricorrenza della traslazione del corpo della Santa dalla Chiesa di S. Maria in Poggio al Monastero delle Clarisse.
La storia della Macchina inizia nel 1258, l’anno dopo la traslazione del corpo di Rosa, voluta fortemente da Alessandro IV. Proprio in quell’anno, per commemorare l’evento, lo stesso Alessandro IV promuove la processione con il trasporto di un’immagine, forse una statua, illuminata su un baldacchino.
Le prime notizie attendibili, invece, si hanno a partire dalla fine del1600; le fonti riportano che il 3 settembre del 1686 il delegato alla festa Sebastiano Gregorio Fani spostò la processione al 27 ottobre, probabilmente progettando egli stesso la prima Macchina. Presso il Museo Civico di Viterbo è presente una raccolta di bozzetti della Macchina a partire da quella del 1690, quella progettata da Fani e costruita da Giuseppe Franceschini che ha realizzato il disegno.
Il trasporto ha avuto vicende alterne. Nel 1790 cadde durante la mossa, nel 1801 a causa di un furto si scatenò il panico, e diverse persone vennero travolte; dopo la ripresa del trasporto la Macchina prese fuoco a Piazza delle Erbe. A seguito di questi avvenimenti il trasporto venne vietato da Pio VII, per essere ripreso nel1810. Nel 1814 e nel 1820 la macchina si inclinò all’indietro, tanto che i facchini cessarono il trasporto.
Il 9 luglio 1983, in occasione del 750º anniversario della nascita di Santa Rosa, è stato effettuato un trasporto straordinario; il 27 maggio del 1984, vi è stato un altro trasporto straordinario in occasione della visita di papa Giovanni Paolo II.
A partire dal trasporto del 2003, alla base della Macchina c’è la scritta “Non metuens verbum leo sum qui signo viterbum” : non temo minaccia, sono il leone che rappresenta Viterbo. Nella stessa edizione compare la scritta FAVL: Fanum Arbanum Vetulonia Longula, le quattro città etrusche dalla cui unione, secondo Annio da Viterbo, sarebbe nata la città (ma si tratta solo di un’ipotesi priva di fondamento.
Il 6 settembre 2009 papa Benedetto XVI ha ammirato la Macchina chiamata “Fiore del cielo” ferma davanti al Santuario della patrona.
Il triennio 2013/2015 rappresenta una tappa storica per la Macchina di Santa Rosa. Prima il conferimento, nel dicembre 2013, del titolo “Unesco: Patrimonio orale e immateriale dell’umanità”, nell’ambito della Rete delle grandi Macchine a spalla che, include accanto alla Macchina di S. Rosa, i Gigli di Nola, la Varia di Palmi e la Faradda di li candareri di Sassari.
Quindi la presenza della Macchina “Fiore del Cielo” di Arturo Vittori (2009-2014) a Milano Expo 2015.
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