L’antica città di Sutri sorgeva dov’è ancora oggi su di un alto sperone tufaceo delimitato dal corso di due torrenti, il Promonte ed il Rotali, in posizione dominante tra i monti Sabatini a sud ed i Cimini a nord. Originariamente appartenente al territorio falisco, fu proprio per la sua posizione strategica, come testa di ponte per la penetrazione nell’Etruria interna e nell’Agro Falisco, che ottenne e mantenne un ruolo storico molto importante a partire dal V-IV secolo a.C. fino al tardo medioevo.
Il monumento di maggior rilievo di Sutri è l’anfiteatro: interamente scavato in un banco tufaceo posto di fronte alla città; di modeste dimensioni (49,60 x 40,80 m), mostra una sagoma architettonica derivata dalla forma del banco. Dispone di due ingressi: quello verso l’attuale via Cassia è notevolmente rovinato dal crollo della galleria d’accesso e delle gradinate. L’arena è circondata da un podio, elemento di separazione tra cavea e arena. Lungo il podio dieci porte immettono in un deambulacro coperto che termina presso i due ingressi.
La cavea risulta costituita da tre serie di gradinate, suddivise da corridoi di scorrimento detti praecinctiones: all’ima cavea, la più bassa, vi si accedeva mediante quattro scale (vomitoria); mostra una nicchia rettangolare, identificata come palco d’onore. Nella media cavea, molto rovinata, sono ben visibili otto palchi, con sedili sul fondo; vi si accedeva mediante quattro vomitoria. Attualmente ne sono visibili solo due, che portano tracce di canalizzazione per convogliare all’esterno l’acqua piovana. Alla summa cavea si accedeva direttamente dalle gradinate: le due scale presenti sono di fattura moderna. A nord un balteo, sul quale restano tracce di semicolonne di ordine tuscanico a rilievo.
L’inquadramento cronologico, mancando totalmente qualsiasi indizio storico, epigrafico o architettonico, è suggerito dall’estrema semplicità e sobrietà dell’impianto, che consente una datazione tra gli ultimi decenni del I secolo a C. ed i primi anni del I secolo d.C.