| #BORGHIDELLATUSCIA | Arlena di Castro

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Nasce sui resti dell’antico insediamento etrusco di Contenebra, distrutto dai Romani durante la conquista della Tuscia: gli abitanti sopravvissuti fondarono due nuovi insediamenti, Arlena e Civitella di Arlena. In epoca medievale la popolazione diede vita alll’attuale borgo di Arlena. Le rovine del castello risalente all’epoca ne è la testimonianza, peraltro una delle poche realtà storiche del paese. Arlena di Castro si sviluppa su di un pianoro collocato sopra alte pareti di tufo

STORIA DI ARLENA DI CASTRO

Arlena di Castro è un piccolo centro agricolo nel cuore dei monti Volsini, posto sul versante sud-occidentale dell’apparato vulcanico e solcato da un ventaglio di corsi d’acqua che concorrono a formare il torrente Arrone. Quasi completamente disabitata e ridotta ad una Roccaccia, fu praticamente rifondata nella seconda metà del secolo XVI, per volontà del cardinale Alessandro Farnese, che nel 1573 vi insediò alcune famiglie provenienti da Allerona. Successivamente il possesso del borgo passò dal Ducato di Castro e Ronciglione al Conte Alessandro Cardelli, per concessione di Papa Pio VI, che lo vendette poi al Principe Polacco Poniatowski.

L’economia di questo piccolo paese si basa principalmente sulle coltivazioni di frumento ed olive, ma anche di prodotti da serra e campo aperto, quali pomodoro, asparago, melone, cocomero e peperone. Diffuso è anche l’allevamento di ovini anche se in diminuzione, e questo probabilmente è dovuto soprattutto alla crisi del settore. Nel territorio vi sono inoltre attive alcune cave di pietra pomice.

SITI ARCHEOLOGICI

Pur essendo di piccole dimensioni, ad Arlena di Castro non mancano di certo gli spunti di visita. In una graziosa cornice fatta di valli e ruscelletti che si rincorrono, Arlena di Castro è conosciuta per i suoi reperti archeologici.

Tra i siti archeologici di maggiore interesse, principalmente, troviamo le rovine di Castelvecchio. I resti del castello – che non poche trasformazioni hanno dovuto sopportare nel corso dei secoli – grazie alla cinta muraria che delinea il perimetro del castello, consentono al visitatore d’immaginare come fosse imponente l’antica struttura del baluardo, con i bastioni spessi e le finestre strombate sulla facciata esterna. Il luogo, chiamato in modo dispregiativo “Roccaccia di sopra” sin dal 1630, testimonia lo scorrere inesorabile del tempio e l’incuria nella manutenzione dei reperti storici.

Tutta la zona intorno ad Arlena di Castro, però, è ricca di tombe e necropoli etrusche. Tra le più interessanti da visitare, troviamo quelle rinvenute in località Ararella, a ridosso della strada Caninense, in cui sono ancora ben visibili le tombe a fossa scavate nella pietra tufacea e, originariamente, ricoperte da tegole di protezione.

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