Ischia di Castro è situata nella zona più a nord del Lazio, a poco meno di 40 Km dal Capoluogo Viterbo, si trova al centro di un’importante area archeologica che ogni anno riceve numerosi visitatori. Accanto alle zone etrusche, vanno poi ricordati anche alcuni insediamenti medievali rupestri: l’ Eremo di Poggio Conte, una Chiesa rupestre risalente al XII/XIII sec. e quello di Chiusa del Vescovo. Molte sono anche le architetture interessanti presenti nel paese, a cominciare dagli edifici sacri e da quelli Civili, come la Rocca Farnese.
I tre gigli presenti nello stemma del Comune, sono infatti la testimonianza del lungo periodo in cui il Castello di Ischia di Castro, fece parte dei possedimenti della famiglia Farnese. Questo è poi anche confermato dalla denominazione “di Castro”, messa come riferimento al Ducato di Castro.
L’accesso al centro storico, avviene attraverso l’arco aperto sotto la Torre dell’ Orologio, eretta all’estremità della Rocca Farnese, una delle residenza più antiche della famiglia Farnese
STORIA DI ISCHIA DI CASTRO
Le origini di Ischia di Castro risalgono al periodo etrusco, del quale rimangono alcune testimonianze. Tuttavia, si pensa che anche in epoca preistorica, il territorio di Ischia di Castro, venne abitato: alcune asce di silice sono infatti state ritrovate lungo le rive del fiume Fiora.
Durante il Medioevo, il borgo si cominciò ad estendere nei dintorni dell’antica rocca, dove anni dopo i Farnese edificarono il proprio palazzo. Nel 1537 Paolo III Farnese, costituì il Ducato di Castro, affidandolo al figlio Pier Luigi, la cui capitale fu Castro. La città venne costruita secondo un preciso schema, da Antonio San Gallo il Giovane. Fu così che venne realizzata un’opera urbanistica non indifferente, con una pianificazione urbanistica impeccabile, dalle strade ai palazzi, fino alle botteghe e alla costruzione di un acquedotto e un sofisticato sistema fognario.
Quando il Sangallo morì 1546, la città era quasi terminata, ma ormai gli interessi dei Farnese, erano cambiati. Pier Luigi infatti si trasferì Piacenza, dove venne ucciso due anni dopo. Poiché suo padre, Paolo III, era ormai vecchio, il ducato passò in mano all’ altro figlio, Ottavio che però non fu però in grado di gestire il patrimonio affidatogli. In forte contrasto con la Chiesa, i Farnese riuscirono a mantenere il dominio su Ischia di Castro fino al 1649, quando Innocenzo X, ordinò la distruzione della Città di Castro.
L’EREMO DI POGGIO CONTE
L’eremo di Poggio Conte è immerso in un luogo disabitato e selvaggio oggi come allora, quando fu realizzato con la sola forza delle braccia che hanno scavato e modellato questi ambienti dedicati al culto. La chiesa, posta su una parete a strapiombo, è composta da due locali quadrangolari, quello d’ingresso consta di una copertura a cupola con pilastri, montanti, capitelli e, quello di fondo, ha una volta a crociera ed un’abside con scarsi resti di un affresco raffigurante due santi mitrati, forse S. Colombano e S. Savino.
La cupola del primo ambiente presenta un disegno floreale, e 4 pilastri a fascio con capitelli cubici. La volta a crociera dell’ambiente di fondo è senza chiave e con costoloni terminanti con pitture geometriche ancora ben visibili di tipo floreale e, sembra, anche con motivo sessuale. Tutte queste caratteristiche di ispirazione gotico – cistercense la farebbero risalire al XIII secolo. L’abside è a terminazione rettilinea e presenta 3 sedili di cui lo scranno centrale è a nicchia cuspidata con al centro i resti di un altare.
L’ambiente d’ingresso era decorato da un grande ciclo di affreschi del XIII secolo, comprendente le figure dei dodici apostoli e del Redentore. Di questo ciclo, trafugato nel 1964, sono stati recuperati soltanto sei pannelli, oggi esposti nel Museo civico archeologico di Ischia di Castro. Nelle immediate vicinanze si possono osservare altri locali scavati nella roccia e quanto rimane dell’originale insediamento monastico insieme ad alcune tombe a camera e alla presenza di una scrosciante cascatella.