Lubriano è un comune italiano provincia di Viterbo, situato sulle colline che fanno da confine con l’Umbria, si estende in una zona collinare, compresa tra la valle del Tevere, a est, e il Lago di Bolsena a ovest. Tutto il lato sud del territorio comunale è affacciato con alte rupi sulla valle dei Calanchi, dove lo scorrere del Fosso di Lubriano segna il confine naturale con il comune di Bagnoregio. Nella parte centrale e settentrionale del territorio si distende invece un altopiano, più o meno ondulato, ricco di campi coltivati e boschi, ultimo lembo sud orientale dell’altopiano dell’Alfina.
Il paese è disteso longitudinalmente su un alto promontorio tufaceo che si inoltra nella valle dei calanchi. Il centro storico segue linearmente l’andamento del promontorio tufaceo su cui Lubriano sorge. Al centro di esso si apre l’ariosa Piazza San Giovanni Battista, il salotto di Lubriano, affacciata a balcone sulla valle e sulla veduta di Civita di Bagnoregio.
Su questa si affacciano la chiesa di San Giovanni Battista e il palazzo Monaldeschi (già Bourbon del Monte), splendido esempio di barocco locale. Ricchi di fascino e molto caratteristici sono i piccoli vicoli, gli archi, le scalette e le piccole piazzette che si aprono nei vari quartieri medioevali, come, l’Ortale (dove sorge l’antica torre medievale) e lo Scenditoio. Dai suoi numerosi affacci si può godere di inaspettate e caratteristiche visuali sulla Valle dei Calanchi e su Civita di Bagnoregio. Poco fuori il centro storico si trova il santuario dedicato alla Madonna del Poggio, altro delizioso esempio di arte barocca.
STORIA DI LUBRIANO
Il territorio di Lubriano venne abitato fin dalla preistoria, come dimostrano molti ritrovamenti di utensili in selce e addirittura resti di un piccolo villaggio dell’età del Bronzo. In epoca etrusca Lubriano faceva parte dello stato dei Volsinii, attuale Orvieto. Del periodo etrusco non rimangono molte tracce a parte alcune tombe, una tagliata (ossia una strada incassata in un banco tufaceo) e un acquedotto rudimentale, costituito da un reticolo intricato di cunicoli.
Nel 265 a.C., dopo la caduta di Volsinii, i Romani presero possesso del territorio di Lubriano e la zona venne colonizzata per scopi agricoli. A quest’epoca risalgono i resti di materiale fittile e strutture legate ad una fitta rete stradale, creata per collegare il territorio lubrianese ai porti fluviali del Tevere e a Roma.
Come molti dei paesi della Tuscia, dopo la caduta dell’Impero Romano, il territorio vide il susseguirsi di numerosi invasioni barbariche che distrussero tutta la zona. Gli insediamenti agricoli furono abbandonati in favore di posizioni meno accessibili e più difendibili. Questa zona fu teatro della guerra greco-gotica, tra Goti e Bizantini e a questo periodo probabilmente risale il castello di Seppie. Seguì a questa fase la dominazione Longobarda.
Nel 1140 Lubriano e le terre vicine, soggette al Feudalesimo, iniziarono una guerra di liberazione, durata oltre 20 anni, a cui seguì una breve occupazione da parte di Federico Barbarossa. Dopo il Barbarossa, il territorio venne ceduto alla Santa Sede. Nel XIV secolo, anche Lubriano assistette impotente alle guerre tra le due opposte fazioni, Guelfi, guidati dai Monaldeschi e Ghibellini, capitanati dai Filippeschi, che si contesero la sovranità sul paese.
Tra la fine del IV secolo e l’inizio del V, Lubriano vide succedersi molti eventi, tra cui la sottomissione a Corrado di Berardo Monaldeschi, la messa a sacco da Ladislao Re di Napoli e i continui conflitti con la vicina Bagnoregio. Verso la metà del XV secolo Lubriano subì l’occupazione da parte delle truppe francesi di Carlo VIII.
Nel XVI secolo, in occasione del Sacco di Roma ad opera dei Lanzichenecchi, anche Lubriano subì l’invasione di queste genti. Da questo momento in poi, non si riscontrano avvenimenti storici di grande rilevanza per il paese di Lubriano, a parte l’edificazione della “Torre del Sole” e ampliamenti nella Chiesa della Madonna del Poggio.
MUSEO NATURALISTICO DI LUBRIANO
Il Museo Naturalistico di Lubriano ed il relativo “Percorso delle acque, dei fiori, dei frutti e delle erbe mangerecce” sono nati con lo scopo di mantenere e valorizzare le tradizioni centenerie di raccolta e utilizzo di erbe, fiori e frutti.
Il Museo ha dunque finalità di divulgazione e didattica per utenti piccoli e grandi, inoltre si propone anche come punto di riferimento territoriale per lo sviluppo di progetti di ricerca scientifica nel settore faunistico e biologico della suggestiva zona della Valle dei Calanchi, particolarmente interessante a livello paesaggistico e per la vegetazione e la fauna locali.