Onano è un piccolo, grazioso e suggestivo borgo che sorge in collina a 510 metri s.l.m. nella zona dell’Alta Tuscia Laziale, non distante dal Lago di Bolsena. Intanto da notare è la particolarità di questo nome: è un palindromo, ovvero, che venga letto da sinistra verso destra o da destra verso sinistra la parola resta immutata.
Le origini del nome sono incerte, ma due sono le ipotesi più accreditate. La prima ipotesi fa derivare il nome dalla divinità etrusca Uni, dea del cosmo, la Grande Madre, che si identifica alla dea greca Era e dalla quale derivò la romana Iuno, Giunone. La seconda ipotesi si rifà invece alla desinenza latina anus (desinenza del genitivo) collocandoci nella probabilità che il nome Onano ricordi il gentilizio di un antico latifondista che aveva grandi proprietà nella zona: latino Haunus (nominativo) latino Haunanus (genitivo) (= di Haunus) medievale Haunano/Honano moderno Onano.
STORIA
Il territorio risulta antropizzato fin dal Paleolitico superiore. Alcuni insediamenti sono riferibili al Bronzo medio (loc. Berogne). In età storica fu popolato dagli Etruschi e dai Romani.Per antica tradizione, Onano deriverebbe il suo nome dalla dea etrusca Uni o, più verosimilmente, da Aulo o Auno, dal nome del benificiario del fondo.
Nel Codex Diplomatico Amiatino è possibile riconoscere il toponimo fondativo di Onano nel Casale Aulanum i cui beni, Valperto, nobile longobardo, donò all’Abbazia di San Salvatore del Monte Amiata nell’823. Secondo gli storici antichi (B. Luzi: 1697; E. Giuliani: 1803), la fondazione di Onano trae origine dallo stanziamento in loco degli abitanti provenienti dai quattro pagi assaltati da Odoacre intorno al 480; più fondatamente da Teodato. Durante l’età medievale Onano subì diverse vicissitudini a causa del conflitto fra guelfi e ghibellini e fu contesa fra signori locali e la Chiesa per la sua posizione strategica fra Lazio e Toscana.
Dal 1215 Onano entrò a far parte dei possedimenti del libero Comune di Orvieto per divenire, nel 1355, dominio dei Farnese e poi, dal 1398 al 1561, dei Monaldeschi della Cervara. Intorno ai primi decenni del XV secolo la potente famiglia guelfa orvietana avviò la costruzione della imponente fortezza quadrangolare, localmente detta Palazzo Madama. Più correttamente si trattò dell’aggiunta di tre successivi potenti volumi alla preesistente torre fortilizia (1333) della Rocca nuova i cui lavori, attraverso successivi interventi architettonici (fino alla metà del XVII secolo), hanno dato all’edificio la forma attuale.
Dal 1561 e fino alla quarta generazione, il cardinale Guido Ascanio Sforza di Santafiora, ottenne dalla Camera Apostolica il dominio del castello di Onano. Lo Sforza come suo primo esercizio politico fece riformare lo Statuto della Comunità et Homini di Honano al cui interno sono citate le lenticchie, il più pregiato e ricercato prodotto dell’agricoltura onanese. Con il matrimonio di Mario II Sforza (1594-1658) con Renata di Lorena, Onano fu alzato a titolo di Ducato. Dalla metà del XVI secolo e fino al terzo decennio di quello successivo è registrata nel centro la vivace presenza di banchieri e commercianti ebrei. Tornato alla Chiesa sul finire del XVII secolo, il centro fu assegnato a titolo enfiteutico a Giuseppe Denham (1769) e da questi alla figlia Carlotta i cui nipoti, Riccardo ed Oscar Bousquet, furono volontari garibaldini nei moti del 1860 e 1867 in area viterbese. Nel 1870 Onano entrò a far parte del Regno d’Italia.
Qualche anno prima, aveva lasciato il paese per RomaMarcantonio Pacelli, nonno del futuro papa Pio XII. Questi da bambino e giovane seminarista era solito trascorrere le vacanze estive nel piccolo centro. L’artista e cantante Lina Cavalieri soggiornò più volte ad Onano, paese natale della madre Teonilla Peconi.
LA LENTICCHIA DI ONANO
La Lenticchia di Onano è prodotta all’interno del Comune omonimo e vanta un’antichissima tradizione che trova riscontro già negli “Ordini, statuti, leggi municipali della comunità e popolo d’Onano” del 1561; agli inizi del 1800 Epifanio Giuliani in un proprio manoscritto ipotizza una maggiore produzione dei richiestissimi legumi di Onano da vendere nei paesi vicini ed in Toscana come soluzione per migliorare le condizioni economiche e di vita delle popolazioni locali.
Altre testimonianze dell’apprezzamento e della diffusione di questo prodotto sono fornite da Giulio Andreotti che nel suo volume “La sciarada di Papa Mastai” ricorda come Papa Pio IX alla vigilia del 1871, in seguito alla perdita del potere temporale, fosse solito consolarsi gustando spesso un buon piatto di lenticchie omaggio del Cardinal Prospero Caterini originario di Onano.
Anche in tempi più recenti si ha riscontro di riconoscimenti che vanno ben al di là del mercato locale e lo testimoniano i premi ricevuti alle varie esposizioni internazionali nel 1910 (Roma e Buenos Aires) e nel 1911 (Londra e Parigi). In quegli anni la lenticchia è conosciuta e commercializzata in molti paesi e l’azione di promozione viene svolta soprattutto da alcune aziende locali che avevano già a disposizione particolari attrezzature per la preparazione e la sterilizzazione dei legumi. Già allora il confezionamento veniva allestito con particolare cura.