| #BORGHIDELLATUSCIA | Soriano nel Cimino

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Soriano nel Cimino è situato sotto al Monte Cimino (Faggeta) una vetta di origine vulcanica che arriva fino ai 1050 metri di altitudine. Oltre 57 ettari di alberi secolari la cui altezza varia dai 30 a 40 metri e dal tronco di un metro ed oltre di diametro. La faggeta è la vetta più alta della Tuscia Viterbese, quel che resta dell’immenso Saltus Ciminius (Selva Cimina), la foresta che i romani ritenevano impenetrabile. Da Soriano nel Cimino dista circa 5 Km.

| #BORGHIDELLATUSCIA | Soriano nel CiminoLa Faggeta

Il territorio è ampio e comprende un’area di oltre 78 kmq e i dintorni sono ricchi di boschi di querce, faggi e castagni e l’ascesa al Monte Cimino si svolge su una bella strada panoramica. 

Lungo la strada vi sono interessanti punti di sosta, il fontanile acqua Maggiore ed il Sasso Menicante, bizzarria della natura conosciuta fin dall’antichità e descritta dal grande naturalista romano Plinio il Vecchio. 

Sulla cima si nota ancora un piccolo cratere vulcanico, che ricorda appunto l’origine di questi rilievi. La vetta più alta dei Monti Cimini è circondata tutt’attorno da numerose cime minori, che non superano i settecento metri di quota. Il territorio è ricco di acque, fontane e corsi d’acqua. I boschi di Soriano sono popolati da una fauna estremamente varia composta da piccoli mammiferi, uccelli, insetti.

L’abitato di Soriano nel Cimino conserva un aspetto antico ed il nucleo originario, sorto sul pendio, è sviluppato tutto intorno alla mole del castello fatto erigere nel duecento da papa Niccolò III Orsini.

| #BORGHIDELLATUSCIA | Soriano nel Cimino

Soriano nel Cimino fu a lungo dominata da questa potente famiglia ed i legami con questa ed altre casate della nobiltà romana rimase fortissimo anche durante i periodi di governo diretto della Santa Sede.

L’origine di Soriano nel Cimino sembra doversi collegare con quell’antica Surrina o Surrina Vetus, qui eretta dagli etruschi (se non addirittura dai fenici) e che i romani abbatterono. 

Sappiamo che l’abitato di Soriano nel Cimino fu conquistato nel 310 a.c. e conosciamo anche il nome del condottiero romano che lo conquistò, Quinto Fabio Rulliano. Il borgo di Soriano nel Cimino in seguito riprese vita ma non diede più notizie dirette fino al Medioevo. 

Sappiamo solamente che la popolazione di Soriano nel Cimino si convertì al cristianesimo intorno alla seconda metà del III secolo d.C. grazie all’opera evangelizzatrice di Sant’Eutizio di Ferento (che qui fu sepolto dopo il martirio).

Gli Orsini furono Signori di Soriano nel Cimino dal 1278 al 1366. Per imporsi dovettero combattere i Guastapane, opportunamente dichiarati eretici. Furono poi essi stessi sostituiti dal Governo Pontificio tramite alienazione del territorio con annessi diritti feudali, beni e pertinenze. Dopo la parentesi dell’invasione Bretone, ormai in pieno Quattrocento, Soriano nel Cimino fu ceduta dalla Santa Sede a Giordano Colonna, fratello del Papa e quindi ripresa e ceduta di nuovo, più volte, a consanguinei (o affini) dei vari pontefici che nei secoli si succedettero sul trono di San Pietro. Alessandro VI ne era stato nominato vicario, quando ancora era semplicemente il cardinale Borgia. Divenuto Papa concesse Soriano ad un Orsini, Giovanni Battista.

Con questa nuova infeudazione Soriano vide legarsi per la seconda volta il destino della famiglia Orsini a quello della sua comunità. Quando gli Orsini entrarono al servizio dei sovrani francesi, le truppe pontificie vennero inviate a Soriano nel Cimino e qui si scontrarono e furono sconfitte dalle milizie del Signore del luogo. Soriano nel Cimino ritornò però di nuovo al Papato e fu affidata a Giulio della Rovere e poi al Cardinal Carafa. Solo dopo molti anni ed alterne vicende, la Santa Sede la cedette agli Altemps.

Questi nuovi feudatari ne mantennero la proprietà per oltre cento anni. In tempi più vicini a noi gli Altemps furono sostituiti dagli Albani, a loro volta sostituiti dai Chigi nel XIX secolo. Furono i Chigi gli ultimi feudatari della Rocca di Soriano nel Cimino. Nella metà dell’Ottocento, pur mantenendovi beni e possedimenti (quali lo splendido palazzo del Vignola), essi restituirono i diritti feudali alla Santa Sede che infine li perse, definitivamente, con il crollo dello Stato Pontificio e l’annessione del territorio al Regno d’Italia. 

Soriano nel Cimino fu conquistata dalle truppe italiane il 12 settembre 1870. L’abitato reca numerose testimonianze del glorioso e complesso passato, chiese, palazzi gentilizi e monumenti cittadini come porte, piazze e fontane, ricordiamo in particolare il Duomo, affacciato sulla piazza Vittorio Emanuele II, il Palazzo Chigi-Albani, sapientemente edificato dal Vignola in due corpi distinti con un giardino ornato di belle statue e fontane, la maggiore delle quali è la fiabesca Regina delle Acque.

Sagre di Sant’Antonio e di Sant’Eutizio, e quella, eminentemente gastronomica, delle castagne (sagra ottobrina che vede la tradizionale partecipazione degli storici rioni cittadini di Soriano nel Cimino, Papacqua, Rocca, San Giorgio e Trinità). Fra le manifestazioni a Soriano nel Cimino certamente la più drammatica e toccante è la Processione del Cristo Morto, organizzata ogni anno durante l’ultimo venerdì che precede la Pasqua.

CASTELLO ORSINI

| #BORGHIDELLATUSCIA | Soriano nel CiminoCastello Orsini

La costruzione originale si deve a papa Niccolò III Orsini che lo fece edificare nel XIII secolo intorno ad un antico castello dei Guastapane – Pandolfo, cacciati perché accusati di eresia. Nei secoli successivi fu più volte modificato fino ad essere destinato a carcere. Inserito all’interno dell’antico borgo medievale é caratterizzato da un’architettura lineare ma al tempo stesso maestosa e porta incastonati, nelle pareti esterne, numerosi stemmi scolpiti in marmo.

Il palazzo si fregia di una bellissima torre rettangolare, probabilmente di epoca precedente, ed é separato da questa da alcuni fabbricati minori e da una quantità di cortili finemente realizzati. L’interno ha perso, purtroppo, i suoi caratteri originali ma é tuttavia ancora apprezzabile, al piano terreno, la bella sala d’arme, con quattro volte a crociera e costoloni appoggiati su pilastro. Annessa al palazzo, una cappella privata, in cui é conservato un bell’altare in peperino.

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