Situato lungo la Strada statale 493 Via Claudia Braccianese, il borgo di Vejano sorge su di uno sperone tufaceo ai piedi del Poggio di Coccia e posto alla confluenza nel fiume Mignone dei fossi Gorgolione e Del Becco.
Il nome del paese è di dubbia attribuzione: forse deriva da Veio, la potente città etrusca sconfitta da romani nel 396 a.C.: gli abitanti che riuscirono a fuggire si sarebbero trasferiti in queste terre fondando una nuova comunità; secondo altre fonti potrebbe derivare da una locuzione del tardo Medioevo che identificava l’incrocio fra quattro strade con il termine viano.
Il ritrovamento nel 1982 del sito archeologico di Torre dell’Ischia risalente alla cultura protovillanoviana fa datare all’età del bronzo la presenza di insediamenti umani organizzati, mentre la villaa Fontiloro è riferita alla civiltà etrusca e romana risalente all’età del ferro.
Fino all’alto medioevo le notizie su Viano sono scarse e solo dal 1213 si cominciano a trovare informazioni sulla piccola comunità. Tra il 1213 e il 1493 si alternarono, nel dominio del feudo di Viano, Ischia di Castro e Rota i Vico poi gli Anguillara e gli Orsini.
Successivamente, il 12 settembre 1493 il feudo passerà a Giorgio III Santacroce che lo riceve da Gentile Virginio Orsini insieme al titolo di marchese come ricompensa dei servigi resi e della fedeltà mostrata verso la sua famiglia. Nel gennaio 1604 in seguito alla decapitazione di Onofrio II Santacroce il feudo Santacroce passò alla Camera Apostolica.
Nel 1606 la Camera Apostolica passerà il feudo Santacroce nuovamente agli Orsini. Nel 1671 gli Orsini rivenderanno il feudo ai principi Altieri cui rimarrà per tre secoli fino alla proclamazione della Repubblica italiana.
MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE
La struttura urbanistica attuale mostra le forme del periodo medioevale, testimonianza del passaggio al governo del paese delle diverse famiglie nobili che si susseguiranno: gli Anguillara, i Prefetti di Vico, i Della Rovere, gli Orsini. Composto di due parti, nella zona vecchia le quattro vie in mattonato con selci circondano le mura del castello medievale scandito da tre torri di difesa, mentre la parte nuova si concentra attorno alla piazza.
- Chiesa di Santa Maria Assunta, edificata nel 1344 viene fatta ristrutturare da Onofrio Santacroce nel 1518 dove sarà sepolto il 21 ottobre 1551. Nel 1671 subirà un nuovo restauro per opera della famiglia Altieri. Con il bombardamento anglo-americano del 5 giugno 1944 la chiesa viene seriamente danneggiata e ricostruita alla fine del conflitto.
- Sacello funerario Santacroce (Chiesa della Madonna del Rosario), progettata dall’architetto Bartolomeo Baronino collaboratore di Antonio da Sangallo il Giovane, fu edificata tra il 1554 e il 1555.
- Chiesa di Sant’Orsio, XIV sec.
- Chiesa di Santa Maria del Rosario, 1909 – 1935. Con il bombardamento anglo-americano del 5 giugno 1944 la chiesa viene distrutta; sarà ricostruita tra 1954 – 1955.
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Rocca di Vejano, nel 1538 Onofrio II ricostruì il castello degli Anguillara distrutto da Cesare Borgia nel 1493. La rocca ha una pianta triangolare con 3 massicci torrioni posti ai vertici. La struttura è stata costruita in tufo: la parte più bassa è ricavata direttamente nella roccia mentre la parte più alta costituita dalle mura è costruita a mattoni. La rocca à circondata da un grande e profondo fossato e vi si accede tramite un ponte tufo e legno.[11] La rocca dal 1493 al 1604 la rocca fu di proprietà dei Santacroce, quindi, fu ceduta agli Orsini che la rivendettero nel 1671 agli Altieri, a cui rimarrà per tre secoli fino a quando con la morte di Ludovico Altieri la famiglia si estinse e la proprietà passò ai Principi di Napoli-Rampolla.
SITI ARCHEOLOGICI
Lungo il corso del Mignone sono presenti i resti di alcuni insediamenti umani con caratteristiche orografiche simili edificati su speroni tufacei di difficile accesso, facile da difendere e nelle immediate vicinanze dell’acqua.
In località Torre d’Ischia è presente un insediamento umano risalente alla protostoria datato all’età del bronzo finale riconducibile alla cultura protovillanoviana.
Risalente alla prima metà del I secolo d.C. situato sul ciglio di una rupe in posizione panoramica sulla valle nei pressi di Fontiloro si trova un monumento rupestre con podio e piattaforma sagomata probabilmente utilizzato come altare; la presenza nel centro della piattaforma di un pozzetto di forma tronco-conica fa pensare ad un utilizzo per deporre l’urna cineraria.
Sempre in località Fontiloro, citata nei documenti del XVI secolo come Fontalloro e Font’Alloro, è stata rinvenuta una rustica dotata di impianti termali risalente all’età romana. L’area archeologica nel 1991 fu oggetto di scavi ed ha restituito importanti resti di età etrusca e romana.
In località Teto sono, inoltre, presenti i resti di un castrum medievale, noto come Castrum Alteti.