Villa San Giovanni in Tuscia è un comune della Provincia di Viterbo, che dista dal capoluogo circa 35 Km. Il centro abitato attuale si trova tra le colline Poggio Aguzzo e le Querciole, ad un altitudine di circa 329 m.s.l.m.. Il centro storico sorge sui resti di una villa romana, risalente al III e al IV sec. d.C. e di cui rimangono ancora alcuni resti pavimentali con mosaici in bianco e nero.
Il paesaggio circostante il paese, presenta le peculiarità tipiche della zona della Tuscia, tra oliveti e boschi di cerro e castagno. Nelle vicinanze di Villa San Giovanni in Tuscia, ci sono le necropoli etrusche di “Ponton Graziolo” e del “Grottone”, con numerose testimonianze e reperti, molto interessanti da vedere.
Sul territorio, come in gran parte della Tuscia, sono state ritrovate molte testimonianze di insediamenti etruschi e di età Imperiale. Alcuni resti di un antica residenza di campagna, risalente al III o IV sec. d.C., sono a dimostrazione della vita agricola e sociale dell’epoca, quando il latifondismo romano si sostituì completamente all’economia etrusca.
Le origini del paese vero e proprio, risalgono al XVI secolo, quando il pontefice Leone X, concesse questo e alcuni territori circostanti a Renzo da Ceri, della famiglia Anguillara-Orsini, come premio per i servigi prestati alla Chiesa. La zona quindi cominciò a ripopolarsi grazie alle numerose famiglie di coloni. Successivamente, per mancanza di eredi, il paese tornò tra i possedimenti della Camera Apostolica che lo diede in affitto.
Intorno XVII sec. l’insediamento diventa Comune con il nome di S.Giovanni di Bieda, nome che verrà mantenuto fino al 1961, quando verrà trasformato in Villa San Giovanni in Tuscia. Il paese costituisce uno splendido esempio di borgo medievale. Definito da una strada principale fiancheggiata da due strade parallele secondarie, cui si accede attraverso la porta Romana, che si apre su robuste mura fortificate con torri cilindriche e quadrate.
Fino al XV secolo si susseguirono lotte tra le signorie dei Farolfo di Viterbo e dei Di Vico, Prefetti di Roma, per il possesso del feudo. Dal 1283 al XIX secolo il paese rimane assoggettato al diritto feudale di Roma, motivo per cui ancor oggi conserva l’epiteto “Romano”.