Vitorchiano si trova ai piedi dei monti Cimini, proteso verso la verdeggiante valle del Vezza. L’antico borgo, noto per le attività legate all’estrazione ed alla lavorazione del peperino, è adagiato su un banco, fratturato in enormi massi, di questa pietra, con pendii ripidi a strapiombo su due fossi che confluiscono a formare il Rio Acqua Fredda, affluente del Vezza.
Il territorio che circonda Vitorchiano è caratterizzato da un paesaggio collinare, ricco di boschi di querce (in particolare il cerro), frassini, faggi (limitatamente alle pendici dei Cimini), olmi e castagni, e attraversato da ruscelli in parte ancora limpidi. Ciò lo rende un habitat favorevole per numerose specie di animali selvatici come volpi, faine, donnole, falchi, civette, lepri e cinghiali. Altrettanto varia è la flora, ricca di splendidi fiori e frutti selvatici, così come rigoglioso è il sottobosco con ginepri, felci, ginestre, agrifogli, pungitopi e numerose specie di funghi commestibili tra cui il porcino.
Il nome Vitorchiano viene fatto derivare da Vicus Orclanus, che rivelerebbe una presunta dipendenza dal centro di Norchia (o Orcla) presso Vetralla, luogo sacro alla dea etrusca Norzia. La rupe di Vitorchiano, come è stato accertato da ritrovamenti della fine del secolo scorso, fu sede di un abitato già nell’età del bronzo; la forte posizione dell’insediamento ripropone anche qui la vicenda comune a gran parte dei paesi dell’Etruria meridionale, in cui un florido villaggio del periodo finale dell’età del bronzo (XI secolo a.C.) ne ha preceduto lo sviluppo storico.
Forse occupato in epoca etrusca, castrum romano e poi centro urbano fortificato nella parte più meridionale della Tuscia Longobardorum, Vitorchiano vanta una storia secolare influenzata a lungo dalla politica espansionistica della vicina e potente Viterbo. Quando nel 1199 Vitorchiano si dichiarò libera da ogni legame con Viterbo il borgo fu assediato dalle milizie viterbesi contro le quali fu invocato l’aiuto di Roma. Nel 1201, Vitorchiano fu liberato dall’assedio e divenne feudo di Roma. Ma i contrasti tra Roma e Viterbo continuarono per tutta la metà del Duecento.
Nel 1232 i Viterbesi si impadronirono del paese e lo devastarono. L’Annibaldi fortificò il borgo con nuove mura che resero Vitorchiano praticamente imprendibile, i Vitorchianesi però non sopportarono il suo governo. Dopo aver inutilmente supplicato Roma di liberarli dal giogo, nel 1267 provvidero a proprie spese a rifondere Giovanni Annibaldi per i costi sostenuti.
Quando ormai al senato romano apparve evidente che Vitorchiano era perduto a causa della politica poco lungimirante, avvenne un fatto straordinario: i Vitorchianesi fecero atto solenne e formale di sottomissione a Roma. Il Senato Romano a questa notizia nominò Vitorchiano “Terra Fedelissima all’Urbe”, le riconobbe ampie esenzioni fiscali, le consentì di aggiungere al proprio stemma la sigla S.P.Q.R., di fregiarsi della Lupa Capitolina e di usare il motto Sum Vitorclanum castrum membrumque romanum, cioè Vitorchiano, castello e parte di Roma. Il privilegio più importante fu rappresentato dall’onore di fornire gli uomini per la guardia capitolina. Essi furono denominati “Fedeli di Vitorchiano”. Questo privilegio è stato costantemente esercitato da Vitorchiano dal 1267 fino ai nostri giorni. Ancora oggi è possibile ammirare la Guardia del Campidoglio nei costumi che, secondo la tradizione, furono disegnati da Michelangelo Buonarroti, nelle manifestazioni ufficiali del comune di Roma.
La città di Roma conferisce un appannaggio annuale a Vitorchiano tratto dalle imposte comunali che serve a retribuire la Guardia tra i cui compiti c’è anche quello di suonare le particolari trombe romane, dette clarine, in occasione delle principali manifestazioni pubbliche ufficiali, che proprio per questo motivo sono dette tradizionalmente “le clarine di Vitorchiano” e a Roma la frase “suonare le clarine” è divenuta proverbiale e sta a significare chiamare a raccolta il popolo per la lotta.
TRADIZIONI E FOLCLORE:
– Sagra del Cavatello, primo fine settimana di agosto.
– Poggiata: escursione pomeridiana nelle campagne sacre al patrono San Michele Arcangelo a maggio. Di solito si svolge nel sabato più vicino al giorno festivo in onore del santo (8 maggio). La Poggiata assume la veste di una grande scampagnata che coinvolge la gran parte dei cittadini del paese.
– Il Fidelato e i Fedeli a Roma, cioè un’alleanza con la capitale presente fin dai tempi antichi.
Alla bellezza ed alla dolcezza del paesaggio corrispondono prodotti tipici di grande qualità come le castagne, le nocciole, i funghi, pregiati oli di oliva, ottimi vini, formaggi di pecora e di mucca, prosciutti e salumi.
Questo paese inoltre è il più importante centro della stamperia vaticana relativa ai santini. Di tale occupazione sono depositarie le Suore trappiste presenti nel comune, che da oltre un secolo si preoccupano delle arti grafiche della religione cattolica in Italia.
Il peperino, pietra caratteristica del luogo costituisce una risorsa specifica di Vitorchiano. Vitorchiano è oggi una realta viva e vitale con un’amministrazione e una proloco che spingono molto sulle opportunità turistiche di un borgo veramente interessante da visitare.