| #CASTELLIDELLATUSCIA | Castel Cardinale – TUSCANIA

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La Tuscia è terra di antiche rovine sparse ovunque e spesso dimenticate da secoli. È questo il caso di Castel Cardinale, un sito di cui ormai quasi si è persa la memoria nella popolazione locale. La grande pianura che si estende fra ViterboTuscania e Tarquinia, si presenta disseminata di resti di fortilizi, che danno l’idea di come e quanto fosse presidiato per tutto il Medioevo il contado viterbese.

Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica.

LE ORIGINI DI CASTEL CARDINALE

La collina ove sorge Castel Cardinale, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana). Del resto, in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango. Oppure si potrebbe pensare a Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania.

| #CASTELLIDELLATUSCIA | Castel Cardinale - TUSCANIA

A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che Castel Cardinale sia il classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di fortilizi di cui abbiamo parlato all’inizio. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti. Questi, dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso. Tra l’altro questo risulta essere l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale.

L’ABBANDONO DI CASTEL CARDINALE

L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che Castel Cardinale in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano nel Cimino, Gallese, Vejano, ecc.).

Viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità. Di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che nei primi anni del ‘400 Castel Cardinale ancora esisteva e ed era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello. Questo, detto “Tartaglia” perché balbuziente, fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma e il Tevere. Giunse, infatti, a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente. Tutto questo almeno fino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza. Da questi, fu infatti, arrestato e fatto decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.

ALLA SCOPERTA DEL CASTELLO

La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.

Castel Cardinale è uno dei “manieri perduti” più curiosi,  affascinanti e “segreti” del Lazio. Questa sensazioni sono oltremodo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.

L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane.

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