La Compagnia Tetraedro, in collaborazione con Archeoares e con il patrocinio di Fondazione Carivit, dà il via al progetto di teatro di narrazione “Viterbo, i Papi e i Pellegrini” per raccontare la città e il suo territorio, rivolto alle scuole e ai turisti, con appuntamenti mattutini per gli studenti e pomeridiani-serali per i gruppi organizzati di visitatori e per il pubblico interessato. Il progetto consiste in due spettacoli teatrali che verranno rappresentati negli spazi del Polo Monumentale Colle del Duomo e un terzo in un luogo da definire sulla Via Francigena.
Si parte giovedì 17 e venerdì 18 ottobre con “Viterbo e i Papi” nella Sala della Limonaia, all’interno del Museo Colle del Duomo in Piazza San Lorenzo: alle ore 9.30 e 11.15 spettacolo e visita guidata per le scuole e replica serale alle ore 21. Lo spettacolo si concentra su un periodo della storia di Viterbo in cui la città riveste un ruolo di primo piano nella vicenda politica italiana ed europea, quello che va dal 1257 al 1281. Tappa fondamentale sulla Via Francigena nel cammino verso Roma, Viterbo conosce un ragguardevole sviluppo che ne fa il centro principale della provincia pontificia e infine sede papale. Personaggi, eventi di varia natura (politici, diplomatici, militari, religiosi), aspetti e strutture della vita quotidiana, momenti e protagonisti della storia imperiale e pontificia danno luogo, nello spettacolo, a numerosi percorsi e quadri tematici il cui comporsi in itinerario coerente agevola, anche per i non addetti ai lavori, la comprensione del secolo che secondo lo storico Norbert Kamp fu “il tempo della prima ed unica grandezza di Viterbo, quando il periodo in cui si formò il suo aspetto interno ed esterno“. Gli edifici di culto, i palazzi e le torri dell’insediamento aristocratico, i profferli ed i cortili delle dimore agiate, fanno da “quinta” al dinamismo della città vivente, quella dei mercanti, degli artigiani, dei salariati, nonché, ovviamente, dei “potentes” coinvolti in permanenza in rivalità irriducibili e aspri conflitti oltre che impegnati in rilevanti transazioni economiche.
Giovedì 21 e venerdì 22 novembre, con gli stessi orari e modalità, in scena “Lux in Tenebris“, uno spettacolo di “tabulae viventes“, cioè dipinti studiati per colpire come tanti luminosi fendenti il sonno ingenuo del popolo, un modo per narrare la storia del genere umano e tramandarla ai più.
Infine, in date e luogo da definire, il terzo e ultimo spettacolo “Nel vivo. Canti sulla Francigena. Serenate, lamenti e altri canti dell’anima” e consiste in canti e narrazioni sulla storica via dei pellegrinaggi, che sono testimoni e attivatori di sentimenti. Sono la “poesia anonima” dei nostri antenati, la radice da cui siamo scaturiti e vibrano nelle nostre fibre più profonde. Sono i canti dell’anima, i canti della presenza. Un concerto per voci, gesti e luoghi di e con Camilla Dell’Agnola e Valentina Turrini a cura dell’associazione O Thiasos TeatroNatura, diretta da Sista Bramini.
La Via Francigena parte da Canterbury, in Inghilterra, e, attraverso la Francia, la Svizzera e l’Italia arriva fino a Roma. Attraverso l’Italia, durante il Medioevo, passavano le maggiori vie di comunicazione del Mediterraneo, e fino alla caduta nel XIV secolo di San Giovanni d’Acri, ultimo baluardo crociato in Oriente, il punto di arrivo della via Francigena erano Brindisi e le coste pugliesi per imbarcarsi per Gerusalemme. Alla fine di questo secolo, Gerusalemme fu definitivamente sostituita da Roma come meta principale di pellegrinaggio, e chi si impegnava ad andarci, prendeva il nome di “Pellegrino Romeo”. Il viaggio del pellegrino, che in linea teorica andava fatto a piedi, era tutt’altro che facile. Prima di mettersi in cammino il pellegrino si riconciliava con tutti, faceva testamento e, fatto assai più raro, pagava i propri debiti. Escludendo i rischi derivanti da una società tendenzialmente violenta ed anarchica come quella medievale, dove non era raro incontrare lungo il cammino gruppi di briganti e bande armate, le maggiori insidie derivavano soprattutto dalla spossante fatica delle lunghe marce attraverso luoghi aspri e selvaggi come i valichi alpini e appenninici, e naturalmente, dalla fame. Tuttavia lungo la strada, soprattutto in determinati luoghi come chiese e monasteri, l’ospitalità non mancava.
“L’obiettivo del progetto – spiegano gli organizzatori – è quello di valorizzare e promuovere quanto la ricerca scientifica, ovvero quella costruita con solida aderenza alle fonti, abbia fin qui potuto accertare sulla complessa, travagliata e avvincente storia di Viterbo, tutto ciò proponendo con finalità di corretta divulgazione a quanti, concittadini e non, abbiano interesse a conoscerlo. Gli spettacoli aderiscono ai principi di divulgazione della cultura, destagionalizzazione e sostenibilità attraverso la valorizzazione dello spettacolo dal vivo in luoghi non teatrali, ma di interesse storico-artistico. Siamo convinti che il teatro debba essere visto non solo a teatro, ma anche in luoghi convenzionali; è sempre più difficile raggiungere un pubblico vasto, una possibilità è quella di decontestualizzare gli eventi che caratterizzano il linguaggio teatrale dagli ambienti tipici della drammaturgia e ricrearlo in uno spazio fisico e psicologico estraneo e proprio per questo fortemente generativo. Il minimalismo scenografico e il contatto con il pubblico divengono presupposto di dialogo e interazione dinamica con lo spettatore per creare un passaggio nuovo: dall’essenzialità del gesto alla potenza del testo“.
Info e prenotazioni per le scuole:
compagniatetraedro@gmail.com (oggetto della mail: teatro per le scuole)
Info e prenotazioni per spettacoli serali e Via Francigena: