| dal 19 SETTEMBRE 2022 | TUSCANIA – Al via la sedicesima edizione di “Teatri di Vetro”

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TRASMISSIONI, prima sessione di TEATRI DI VETRO, festival delle arti sceniche contemporanee 16^ edizione, con la direzione artistica di Roberta Nicolai e realizzato grazie al sostegno del MIC, della Regione Lazio, del Comune di Tuscania, della Fondazione Carivit che concede un proprio contributo, in collaborazione con Periferie artistiche/Vera Stasi, Twain, La Lupa e in partnership con ATCL, Ventichiavi teatro, Tuscania Arte e il festival Quartieri dell’Arte, è a Tuscania dal 19 al 24 settembre.

TRASMISSIONI pone al centro il tema della trasmissione in danza. Dalla prima edizione del 2017, Trasmissioni ha presentato ogni anno coreografi molto diversi sul piano estetico, poetico e metodologico offrendo una panoramica ampia e differenziata dei linguaggi coreografici contemporanei. Per l’edizione del 2022 l’orizzonte di pratiche coreografiche si focalizza sull’analisi e la costruzione dei depositi e archivi corporei e sulla loro riattualizzazione attraverso la creazione in scena. Propone l’osservazione di sessioni di lavoro di Simona Bertozzi, Giovanna Velardi, Chiara Frigo e il collettivo Dehors/Audela formato da Elisa Turco Liveri e Salvatore Insana, artiste e artisti che si differenziano per il pensiero sul corpo performativo, la relazione che ognuno di loro ha creato nel tempo e intrattiene con il tema del trasmettere le proprie pratiche di movimento e i propri immaginari, per le modalità e gli obiettivi di tale trasmissione, originati da ricerche e linguaggi scenici personali.

Durante la residenza, dal 19 al 22 settembre, ogni nucleo artistico lavora intensivamente in uno degli spazi messi a disposizione dal progetto. Simona Bertozzi con Prossimità e Giovanna Velardi con 15 minuti dopo, conducono ognuna un laboratorio con una classe di allievi; il collettivo Dehors/Audela con il progetto Il suo spazio è l’intervallo attiva una rilettura dei processi creativi tesa alla costruzione di un archivio condiviso e orizzontale. Chiara Frigo nell’ambito del progetto Matrioska conduce un laboratorio/indagine a cui sono chiamati a prendere parte i cittadini di Tuscania a partire da archivi della memoria individuale e collettiva.

Il 23 e 24 settembre le sessioni di ricerca vengono aperte al pubblico, in cui ogni coreografo mostrerà il lavoro svolto e argomenterà per gli spettatori le proprie matrici di ricerca e le proprie metodologie, viene proposta la visione di atti performativi, aprendo la possibilità di osservare sia il piano pre-performativo che quello performativo di ogni progetto artistico. In una tavola rotonda, prevista il 24 settembre, artisti, curatori, studiosi e spettatori condivideranno riflessioni sui processi osservati. La prima fase della riflessione è stata realizzata a Latina all’interno del festival Tendance.

Il corpo è un archivio fluido e irrequieto, un archivio alterato pieno di bisbigli, mai del tutto comprensibili.
A partire dal corpo, pura presenza e fonte generativa del movimento, i progetti presentati annunciano un atto di decentramento, un’inquadratura esplosa e prismatica. Indagano lo spostamento del confine, la caduta in un dentro potenzialmente senza fine. Sono un prima, un dopo, una fessura nel tempo e nello spazio. Nel loro insieme ricompongono un mondo con molti centri e nessuna periferia.
Negli anni Trasmissioni ha programmato azioni site-specific, dispositivi ibridi tra danza e parola, incontri interdisciplinari, scambi di pratiche artistiche, stage e performance, dando ad ogni singolo atterraggio scenico la dignità di gesto performativo. Oggetti non nominabili del tutto, zone dell’enigma, articolate intorno a un’asse centrale, una consegna che genera una struttura dalla natura porosa e che apre i propri margini per rendere possibili strategie di sconfinamenti inaspettati. Così anno dopo anno gli oggetti non solo hanno avuto la forza di districarsi dalla cornice, ma hanno prodotto un eccesso che ha emancipato il concetto di trasmissione, quello di coreografia e quello di spettacolo evidenziando il loro carattere di eccedenza. Un estraniamento poetico di cui abbiamo bisogno.

Crediti foto: Maria Cristina Valeri

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