L’etrusca Tarquinia cadde, come tante altre città, sotto i colpi della potenza romana ma la medievale Corneto, che ne aveva preso il posto nella storia, restò sempre un luogo dove la ceramica era ben presente anche se prodotta localmente in modesta quantità.
Nei butti, pozzi che in epoca medievale e rinascimentale servivano all’eliminazione dei rifiuti domestici, compreso il vasellame, sono stati ritrovati piatti, ciotole, brocche decorati con stemmi, lettere, ritratti di personaggi, motivi floreali e animali. I colori dominanti erano il verde, il marrone, il rosso, il giallo e il blu cobalto su fondo bianco o avorio.
Molti di questi reperti sono esposti nel Museo della Ceramica che ha sede nel prestigioso Palazzo dei Priori a Tarquinia. Il Museo è di proprietà della Società Tarquiniense d’Arte e Storia e dal 1993 costituisce un’interessante documentazione fittile con 100 pezzi della Collezione “Giuseppe Cultrera” dal XIII al XVIII secolo. Tarquinia dal medioevo ad oggi si è arricchita di torri, palazzi, di giardini segreti, di monasteri, chiese e portali: degli affreschi del Pastura, delle tele di Monaldo e del Lippi, della Scuola di Guido Reni e del Romanelli, che le hanno conferito quel sapore di città d’arte che si coglie a colpo d’occhio.