Civita Castellana, sorge su un piano tufaceo dai pendii scoscesi, che coincide con il sito originario della città di Falerii Veteres, distrutta totalmente come l’antica Cartagine. Si trova in una posizione centrale rispetto al territorio, che è costituito in prevalenza da un tavolato di rocce nel quale il fiume Treja, tributario del Tevere, e gli altri affluenti minori hanno inciso con un lavorio incessante dirupi e vallate.
E’ questo il suggestivo paesaggio delle forre, dove la terra si apre con fenditure a picco, dove la vegetazione si slancia dalle profondità e dove la presenza dell’uomo risale a tempi immemorabili, quando ha fondato i primi nuclei insediativi lasciando tracce di se nelle cavità naturali, nei ripari sotto roccia e, successivamente, nell’architettura delle case e monumenti presenti nella città.
Si può visitare, nel luogo del primo insediamento, il famoso Duomo costruito nel XII sec. da una delle più importanti famiglie di marmorari romani; esempio mirabile dell’arte cosmatesca, splendido nell’esteriorità della forma e nella delicatezza sapientemente alternata alla forza del marmo per creare nel mosaico, merletti marmorei di rara bellezza.
Si può proseguire attraverso il centro storico alla volta del Forte Borgia, una delle più elevate realizzazioni dell’architettura militare dello Stato Pontificio nel XVI secolo. Il forte aveva fin dall’inizio la doppia funzione di fortificazione e di “palazzo” con funzioni rappresentative e residenziali come sicura residenza, fuori Roma, per il Papa. All’interno del perimetro, un complesso edificio contenente l’appartamento del papa e un cortile d’onore, un cortile minore e un grandioso mastio ottagonale.
Oggi è sede del Museo Archeologico Falisco, che raccoglie all’interno i ricchi ritrovamenti dello sconosciuto popolo che viveva in queste terre. Nel Museo sono esposti i rinvenimenti dei luoghi con migliaia di reperti tra sarcofagi, statue, corredi funebri, ceramiche, monili, gioielli e la famosa biga rivestita in bronzo.
Nell’antichità questa terra i fu abitata dai Falisci, un popolo italico che raggiunse un notevole livello di civiltà. Lo storico Strabone li definisce una “etnia particolare e diversa che parla una lingua tutta sua”; ed è ancora oggi l’unicità che rende il luogo affascinante da visitare tra memorie antiche, leggende, storie di Papi e di grandi artigiani.
Inoltre si può fare una magnifica passeggiata in una tra le più importanti evidenze archeologiche del Lazio, che permette di percorrere una parte della via Amerina, notevole asse di comunicazione che collegava Roma all’Umbria. Il sentiero ricalca, in un percorso dal fascino indiscusso, l’antico tracciato che sarà scandito da tre importanti tappe: le rovine della città romana di Falerii Novi, passando per l’abbazia cistercense di Santa Maria in Falleri, la necropoli di Cavo degli Zucchi (dove è possibile camminare sui basoli dell’antica via Amerina) fino ad arrivare al Ponte Romano.
Il perno di questo sentiero di straordinaria bellezza è il complesso del Cavo degli Zucchi: la grande tagliata sulla Via Amerina dove si conserva ottimamente un lungo tratto dell’antico basolato romano, completo in tutte le sue parti. Un vero e proprio cammino sulla storia, in questo caso raccontata direttamente da quanti hanno voluto, in maniera indelebile, rimanere qui per sempre.
La località è, infatti, caratterizzata dalla presenza, lungo le pareti della stessa via, di quasi 200 tombe di diverso tipo che accolgono, le une accanto alle altre, sepolture sia a incinerazione che a inumazione, a testimonianza della funzione che l’asse viario ha avuto nei secoli, capace di assorbire e mantenere le memorie storiche dagli abitanti più antichi, i Falisci all’età medioevale.
Si può camminare per oltre un km sui basoli stondati dal tempo fino alla valle dei principi con monumentali sepolture a portico (tombe della Regina), con fregi identificativi delle ricche famiglie proprietarie e dai ricchi particolari architettonici. Dopo un facile guado, tra antichi ponti diruti e altri miracolosamente ancora eretti su profonde gole dopo millenni, si trovano tombe con tracce di antiche pitture, dei piccoli colombari a cielo aperto e resti di sepolture monumentali.
Inoltre potrete entrare nella famosa porta di Giove per conoscere l’insediamento romano di Falerii Novi, nata in seguito alla conquista romana e alla distruzione di Falerii Veteres. Distrutta la capitale, ai sopravvissuti venne concesso di abitare in una terra fertile ma pianeggiante, cinta di alte mura lunghe più di 2 km con circa 80 torri e 7 porte, ma pur sempre espugnabile.
La posizione pianeggiante della città romana, infatti, facilitò nei secoli i saccheggi e le incursioni e, una volta abbandonata, venne scelta dopo l’anno 1000 da una colonia di monaci cistercensi che, riutilizzando parti delle strutture sopravvissute, edificarono l’abbazia di Santa Maria in Falleri.
Itinerario a cura di Antico Presente – http://www.anticopresente.it