| #PERCORSIDELLATUSCIA | La Rocca Respampani lungo la via Clodia – MONTE ROMANO

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Questa splendida ed impervia parte della Tuscia, ancora oggi coperta da un fitto bosco, era attraversata dall’antica via la Clodia, proveniente dalla città di Norchia e prima ancora da Blera. La strada Consolare Romana fu costruita nel III secolo a. C, e ricalcava il più antico tracciato etrusco realizzato per mettere in comunicazioni le città che continueranno la loro vita anche in epoca altomedievale e medievale.

La via Clodia fu molto importante per i centri che si trovavano sul percorso, e numerosi insediamenti sorsero a difesa dei passaggi di fondovalle. La Rocca Respampani fu edificata su un suggestivo sperone tufaceo, dove si trovano oggi interessanti ruderi del castello medievale, della chiesa e dell’abitato che fu abbandonato alla fine del XVI secolo a favore di un nuovo ed ambizioso progetto, un palazzo – fattoria, dignitoso ed elegante per ospitare il governatore e il suo seguito di funzionari. Sorse così la Rocca Nuova.

Quello che scopriremo insieme è un itinerario di grande fascino naturalistico e storico che permette di camminare in parte sull’antico tracciato della via Clodia, con un percorso ad anello. Si potranno ammirare specie arboree tipiche della macchia mediterranea e molti fiori selvatici. Si parte del centro dell’Azienda Agricola Rocca Respampani, dove si trova la moderna chiesa dedicata a Sant’Antonio.

Da qui si attraverso una strada sterrata si entra in un bellissimo bosco di querce e cerri che dopo alcuni chilometri all’interno della tenuta, conduce ad uno spiazzo dove si possono ammirare delle grotte molto grandi, lunghe ed alte vari metri, con antiche iscrizioni all’interno. Di certo si sa che furono utilizzate come abitazioni e ricovero per animali, perché ci sono vari segni e date risalenti al XVII secolo. Riprendendo lo stesso sentiero si ritorna nello stradone che conduce sotto il castello seicentesco, chiamato castello nuovo di Rocca Respamapani. Il possente edificio ad un primo sguardo ricorda più un palazzo nobiliare, specie per la sua maestosa facciata principale, racchiusa da due “torri” a guardia del fiume Traponzo e del ponte chiamato di Fra Cirillo, che attraversa il corso d’acqua. Il paesaggio contraddistinto da pascoli e vaste boscaglie è selvaggio, misterioso e fuori dal tempo.

Visitato il castello si inizia scendere lungo la strada alle spalle dello stesso, fino al fiume Traponzo dove si può camminare sul basolato dello splendido ponte fatto costruire Fra Cirillo Zabaldani nel XVI secolo. Nelle vicinanze del ponte, sul sentiero che conduce alla Rocca Vecchia, si possono ammirare delle interessanti formazioni geologiche di ignimbriti tefritico-leucitiche, caratterizzate da inclusi lavici e scorie, legate all’attività di emissione del Distretto Vulcanico Vulsino. Ritornando indietro, in parte sullo stesso sentiero, si raggiuge ancora la Rocca Nuova, da dove attraverso una strada carrabile si farà ritorno al centro dell’azienda agricola, completando il percorso ad anello.

Il nome della Rocca deriva dal primo abitato fortificato, risalente al X secolo. Documenti ufficiali attestano l’edificazione intorno al 1012. Nel corso dei secoli la Rocca Vecchia perse la sua funzione a difesa del passaggio sulla via Clodia, ed il suo nome originario fu attribuito ad una nuova struttura difensiva e abitativa realizzata nel Seicento. Il Castello di Rocca Respampani che oggi resiste al passare inesorabile del tempo, in tutta la sua bellezza, fu edificata nel 1607, per volere di Ottavio Tassoni d’Este, Precettore dell’Ordine di  Santo Spirito, che aveva commissionato tali lavori all’architetto Canio (o Ascanio) Antonietti. Il progetto era ambizioso e prevedeva la realizzazione di una fattoria – palazzo. L’intento era quello di conciliare le esigenze di vita nobiliare con quelle della quotidianità contadina. La proprietà, nel corso del tempo passo a Fra’ Cirillo Zabaldani, che uno storico locale del XIX secolo (Campanari), descrive “uomo insolente e di mala condizione misleale”

Tale passaggio sarà decisivo per le sorti del Castello e del futuro borgo di Monte Romano. Infatti, il primo passo fu la decisione di Fra Cirillo di dedicare le sue energie e le sue economie alla costruzione della Chiesa dell’Addolorata nel nascente borgo di Monteromano.
Nel frattempo la Chiesa romana stava progettando di valorizzare e riorganizzare a livello agricolo il territorio della tenuta. Tale progetto però era reso di difficile attuazione visto l’eccessivo isolamento della Rocca Respampani e la lontananza dalle principali vie di traffico.

Inoltre Monte Romano vedeva sempre più accrescere la sua importanza sociale, economica e commerciale.  Tutto ciò causò l’interruzione dei lavori di completamento della Rocca nuova, venendo meno quelle motivazioni principali al suo rafforzamento economico-sociale. Anche se incompleta, rimane uno degli edifici storici della Tuscia e del Lazio più possenti e belli da vedere. L’Azienda Agricola è un sito privato e come tale è necessaria l autorizzazione per entrare nella proprietà.

Itinerario a cura di Anna Rita Properzi (Guida Turistica e Ambientale Escursionistica) – tel. 333 4912669

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