La Selva di Malano si trova nell’area boschiva tra i comuni di Soriano nel Cimino e Bomarzo, nella provincia di Viterbo. Questo itinerario è dedicato ad una delle zone più impervie e ancora poco studiate della Tuscia la Selva di Malano, un’estesa e fitta macchia verde ad Ovest di Bomarzo che racchiude al suo interno numerosi siti di rilevanza storica e di epoca molto antica, probabilmente ben prima del periodo Etrusco ma dei quali non si hanno molte informazioni per una datazione precisa.
Il periodo ideale per visitare la Selva di Malano è durante l’inverno quando la vegetazione è meno fitta ed è più facile trovare i monumenti, oppure in primavera, periodo in cui le giornate sono abbastanza assolate ma non troppo calde. Percorrere questi sentieri non è facile, bisogna ovviamente essere ben attrezzati con scarpe da trekking, acqua e pranzo al sacco ed è consigliabile essere accompagnati in sicurezza da una guida ambientale escursionistica.
Quello che colpisce di questo territorio è che in pochi chilometri quadrati, si trova una grande concentrazione di are rupestri arcaiche, antichi altari, forse risalenti all’epoca etrusco-romana, sui quali avvenivano cerimonie sacerdotali e forse anche sacrifici agli dei. Molti identificano la Selva di Malano con i due Sassi del Predicatore, ma qui tutto è una continua sorpresa.
Il primo Sasso del Predicatore è caratterizzato dalla forma ad ellisse; sulla parte centrale si può notare una scalinata ben scolpita nella roccia, sulla quale è possibile salire per arrivare sulla sommità del Sasso. Sulla parte superiore vi è situata una piattaforma, sulla quale è possibile distinguere tre presunte are, forse dedicate alle divinità Etrusche.
Dall’alto del Sasso del Predicatore è possibile ammirare tuttala Selva di Malano che lo circonda; sulla destra invece si scorge una grande pietra a forma di cubo, anch’essa un probabile monumento sacro di epoca etrusca. Il vero mistero è l’Ara Cubica, un parallelepipedo tagliato, in modo perfetto, direttamente sul masso originale con delle particolari riquadrature.
Il secondo Sasso del Predicatore si trova poco distante dal primo. Dopo aver attraversato numerose aree ricoperte da noccioleti, vi troverete questo masso cubico sulla destra, all’altezza di un casolare privato. Questo sasso del predicatore si erge tra i campi di nocciole. Gli scalini scolpiti girano intorno al masso e arrivano fin sulla cima. Una volta percorsi i gradini, con molta cautela, ci si ritrova ad ammirare un paesaggio verde e infinito che si staglia tutto intorno. Il colpo d’occhio è fantastico, il bosco e la natura creano un incantevole scenario che farà apprezzare ancora di più i segreti della Selva di Malano.
Finito di visitare il Sasso del Predicatore e le are, si ritorna indietro fino al bivio verso la Tomba Coelius e si prosegue verso la stessa. Questo monumento funebre altro non è che un’ara sacrificale riadattata a tomba per liberti, da notare le iscrizioni D COELIUS.D.L.ALEXANDER QVINTIA.P.L.HILARA.
In quest’area viene segnalata da alcune mappe anche la chiesa di San Nicolao o meglio i ruderi di quello che era una presunta canonica o antico convento, noto per essere interamente costruito su un enorme monolite di roccia vulcanica. Tutta questa zona è stata recintata, in quanto divenuta proprietà privata e quindi non visitabile o attraversabile.
Questo itinerario può essere affrontato in una versione lunga di 16 km come anello o in una versione più corta di circa 8 km. Per raggiungere la selva di Malano si deve imboccare dalla provinciale Ortana, la strada Santarello presso la Contrada Fornacchia e qui dopo aver percorso circa 2 km, si possono lasciare le auto, prima che la strada diventi piena di buche e sassi, ed iniziare a camminare sul sentiero.
Itinerario a cura di: Anna Rita Properzi – Guida Turistica ed Ambientale Escursionistica Aigae – Telefono: 333 4912669.