Da quando nel X secolo l’arcivescovo Sigerico partì da Canterbury per Roma e nel suo viaggio di ritorno elenca, nel suo diario, le 80 tappe del suo cammino su quella che poi fu chiamata la via Francigena, molti secoli sono passati così come milioni di pellegrini l’ hanno attraversata.
L’appellativo di francigena deriva dall’essere una via di collegamento verso l’oltralpe. I pellegrini arrivavano dalla Francia, dalla via Tolosana che portava a Santiago di Compostela e dal Nord Europa. La Francigena si posizionava centralmente nel traffico delle tre peregrinationes maiores: Roma, Santiago, Gerusalemme.
La fitta rete di strade che costituiscono quella che viene definita “via Francigena” non sono sempre le migliori o le più belle, a volte sono asfaltate e pericolose.
Il tratto che comprende questo percorso è quello che collega Montefiascone a Viterbo. Di questo però viene fatto solo la prima parte, tralasciando il tratto finale che porta a Viterbo in quanto è su strada asfaltata.
Partendo dalla Rocca dei Papi a Montefiascone, un luogo dove si ritrovavano i pellegrini prima di affrontare la tratta della Francigena. Nonostante sia stata danneggiata nel corso del tempo, è incredibile ancora la sua maestosità e ci fa rendere l’idea dell’importanza storica che ebbe in passato. La sua storia è legata alle vicende di vari pontefici quando le invasioni da parte dei normanni e saraceni erano frequenti e molti dei pontefici furono costretti alla fuga da Roma. Si vennero così a creare le condizioni per realizzare la fortezza, con alte mura difensive, all’interno delle quali si riversarono anche gli abitanti delle campagne.
La splendida rocca fa da cornice al paesaggio immenso che si apre di fronte a noi sul lago di Bolsena di cui ne possiamo ammirare l’ampiezza con le due isole, Bisentina e Martana
Appena fuori del paese ci si ritrova a camminare su lunghi tratti di basolato dell’antica via Cassia giunta a noi integra e che conserva le caratteristiche costruttive di epoca romana. E’ larga circa 4 metri e il selciato è posto in opera direttamente su terreno battuto. A volte sono visibili i marciapiedi e i paracarri.
Un passo del poeta Stazio che celebra la realizzazione della via Domitiana in Campania ci danno una idea del lavoro svolto . “Oh quante braccia insieme vi lavorano! Questi abbattono gli alberi e spogliano le montagne, questi con il ferro spianano le sporgenze della roccia e piallano il legname, quelli dispongono le pietre in modo da farle aderire fra loro e ricoprono tutto il lavoro così intessuto con calce e comune pozzolana, questi prosciugano con le mani gli spazi i vuoti imbevutosi d’acqua e la spingono lontana in piccoli rivi”.
Durata 3 ore. Lunghezza del percorso 7 Km. Difficoltà facile. Dislivello 120 metri.
Itinerario a cura di Antico Presente – http://www.anticopresente.it