La festa del Corpus Domini, oggi celebrata in tutto il mondo cristiano, vuole ricordare il miracolo eucaristico di Bolsena (VT), comune viterbese adagiato sulla sponda nord-orientale dell’omonimo lago, avvenuto nel 1263. Le più antiche cronache ci parlano di un sacerdote boemo, cui la tradizione dà il nome di Pietro da Praga, il quale in quel tempo di controversie teologiche sul mistero eucaristico fu assalito da dubbi sulla reale presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrato.
Per trovare finalmente pace, risolse nel suo animo di intraprendere un lungo pellegrinaggio di penitenza e meditazione alla volta di Roma per pregare sulla tomba di San Pietro. Dopo aver pregato sulla tomba del principe degli apostoli, rinfrancato nello spirito riprese il viaggio di ritorno verso la sua terra. Lungo la via Cassia, si fermò a dormire a Bolsena nei pressi della basilica di Santa Cristina e per ringraziare Iddio, il mattino seguente, chiese di celebrare la S. Messa. Durante la celebrazione, dopo la consacrazione, alla frazione dell’Ostia, apparve ai suoi occhi un prodigio al quale da principio non voleva credere.
Quell’Ostia che teneva tra le mani era diventata carne da cui stillava miracolosamente abbondante sangue. Impaurito e nello stesso tempo pieno di gioia cercò di nascondere ai rari presenti quello che stava avvenendo: concluse la celebrazione, avvolse tutto nel candido corporale di lino usato per la purificazione del calice che si macchiò immediatamente di sangue e fuggì verso la sagrestia. Ma durante il tragitto alcune gocce di sangue caddero sul pavimento tradendo la segretezza del prodigio.
A seguito di questo miracolo, nel 1264, con la Bolla “Transiturus de hoc mundo”, Urbano IV decretò che la festa del Corpo del Signore fosse celebrata ogni anno in tutto il mondo cristiano e venne edificato il bellissimo e imponente Duomo di Orvieto (TR), cittadina umbra a pochi Km da Bolsena, dove è conservato al suo interno il reliquiario che contiene l’ostia.
L’istituzione della processione del Corpus Domini trae le sue origini dalla cerimonia con la quale le reliquie del miracolo, traslate da Bolsena ad Orvieto, furono riposte in S. Maria Prisca, alla presenza di papa Urbano IV. Nel 1337 il governo di Orvieto stabilì di portare annualmente l’ostia consacrata e il Corporale in solenne processione per le vie della città.
Per questa occasione, ogni anno, Orvieto abbellì vie, strade, piazze e palazzi di verdure, fiori, dipinti, arazzi e stoffe preziose.
Bolsena cominciò a celebrare solennemente la festa del Corpus Domini solo alcuni secoli più tardi dopo che i marmi macchiati di sangue, trasportati su un carro trionfale costruito per l’occasione, furono trasferiti dalla cappella del Corpo di Cristo per essere custoditi nella nuova Cappella del Miracolo. La prima solenne processione con le reliquie del Miracolo risale al 1881.
Attualmente, come nel passato, la festa del Corpus Domini ha inizio la sera della vigilia con l’esposizione di una delle “sacre pietre”. Alla grandiosa processione, che si svolge con devota partecipazione e compostezza del popolo, prendono parte i religiosi locali e del Duomo di Orvieto, il vescovo diocesano, un cardinale della Santa Sede, autorità cittadine, provinciali e militari. Il percorso della processione è lungo circa 3 Km (sembra sia il più lungo del mondo) ed è completamente ricoperto da un’artistica infiorata, su disegno di base, con petali di fiori, foglie e semi. A livello individuale o in gruppi, gli abitanti delle vie interessate dal percorso della processione provvedono nei giorni precedenti l’evento alla raccolta dei fiori e alla preparazione dell’occorrente per i contorni dei disegni (fondi di caffè, segatura colorata) mentre il mattino stesso della festa alla raccolta dei fiori più delicati. Il grande impegno ha termine poco prima della solenne processione.