Il classico “Focarone” di Sant’ Antonio rappresenta un grande esempio di come si possano mantenere le tradizioni nel corso degli anni. Al giorno d’oggi e nel mondo globalizzato in cui viviamo, non è sempre facile trovare feste e tradizioni uniche legate ad un particolare territorio. Sebbene la tradizione del fuoco di Sant’Antonio è nata, si è sviluppata ed è rimasta in diversi luoghi e territori, quella di Bagnaia risulta essere davvero unica. Non nasce come una festa patronale, ma è come se lo fosse. Gli abitanti del piccolo borgo alle porte di Viterbo infatti considerano l’ evento come la vera festa del loro paese.
Gli ingredienti principali della manifestazione che si ripete ogni sera del 16 Gennaio di ogni anno sono il grande falò di legna che brucia nella piazza principale allietando la temperatura tagliente di un pieno inverno, musica, vino e balli a volontà. Prima della sua accensione un rivisitato corteo storico arriva da dentro le mura percorrendo tutta la parte più antica del paese, mentre i giorni successivi e quelli precedenti vengono organizzati giochi popolari, e vengono offerte cioccolata calda e cavallucci realizzati dalle donne del paese secondo la tipica ricetta paesana.
La grande “macchina organizzativa” del Comitato del Sacro Fuoco si mette all’opera a partire da un gruppo di circa 60 ragazzi di età compresa tra i 18 ed i 30 con a capo un presidente ed un vice presidente che li rappresentano, e che per tradizione vengono eletti ogni sera del 17 Gennaio in Piazza XX Settembre in base a chi per primo tra loro riesce a staccare la bandiera posta sulla Chiesa di S. Antonio. Il Comitato si riunisce durante tutto l’anno per fare il punto della situazione ed organizzare tutte le attività. Ed è così che ognuno in base al proprio tempo a disposizione, al proprio amore per il paese e per il Santo, alle proprie velleità e capacità, si mobilita per dare un piccolo contributo alla grande festa di paese. C’è chi si occupa di contabilità, chi di tutti gli aspetti burocratici, chi della parte grafico-informatica, chi pensa a reperire gli sponsor necessari, chi svolge lavori di sartoria relativi al corteo ed addirittura chi, grazie alle sue doti musicali, ha creato una colonna sonora della festa che viene canticchiata e ballata da tutto il paese nei giorni di festa.
Il contributo principale viene poi dato da tutti coloro che si adoperano per reperire la legna che si vede ardere sul grande falò, la quale inizia ad essere raccolta già a partire dal mese di Febbraio fino al mese di Dicembre. Ogni fine settimana infatti tutti i ragazzi del Comitato rinunciano al loro riposo per andare sul Monte della Palanzana a cercare la legna necessaria per la festa dell’anno successivo e, come da vera tradizione popolare, all’ora di pranzo le ragazze del gruppo arrivano tutte a portare il cibo da loro preparato per rifocillare gli improvvisati boscaioli: il piatto che va per la maggiore sono i cosiddetti “stracci bagnaioli”. Si crea in questo modo un vero e proprio momento di festa, di gioco e di partecipazione, di aggregazione sociale e culturale, di rispetto e mantenimento di una tradizione che dura da anni.