| #TRADIZIONIDELLATUSCIA | La Rievocazione Storica – SORIANO NEL CIMINO

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La Rievocazione Storica a Soriano nel Cimino è un evento importantissimo che prende vita durante la Sagra delle Castagne le cui lontanissime origini  vanno ricercate in una festa istituita dal Consiglio della Comunità alla fine del XV secolo per ricordare alcuni tragici fatti avvenuti a soriano nel 1489: il tentativo di conquista del castello Orsini da parte del signore di Vignanello Pier Paolo Nardini e la successiva sanguinosa battaglia del Fosso del Buon Incontro. La Rievocazione Storica è l’evento più suggestivo della Sagra delle Castagne ed evoca, con una serie di quadri scenici, i principali avvenimenti storici accaduti a Soriano dal XIII al XV secolo

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Veduta di Soriano nel Cimino

La Rievocazione Storica è realizzata dalla Compagnia d’Arte del Buon Incontro, nome ispirato alla battaglia del Fosso del Buon Incontro del 1489. All’ evento partecipano tutte le quattro contrade di Soriano con i loro gruppi storici: musici, sbandieratori, spadaccini, focolieri.

INITIUM

Nel 1504 Papa Giulio II, affida la reggenza dell’Urbe di Soriano a Bernardo Alidosi di Castel Rio. Per l’arrivo del nuovo Governatore il popolo di Soriano vuole a lui significare quali siano stati i più importanti accadimenti avvenuti nel paese nei secoli passati, in quel Medio Evo appena trascorso. E, fieri della loro identità, decidono di servirsi dell’arte, l’arte della affabulazione, del racconto e del Teatro. Inizia “Anno domini 1504: Terre Nostre Suriani”.

Gli eventi rappresentati sono:

LA ROSA E L’ANGELO – 1250

La Grande Storia passa anche per la piccola Soriano: la giovane Rosa, poi diventata santa, venne cacciata da Viterbo per il suo atteggiamento ispirato a S. Francesco, avverso ai regnanti di allora: nella notte del rigido 4 dicembre 1250, Rosa trovò rifugio nell’accogliente Rocca di Soriano. Qui le apparve un angelo annunciandole la morte dell’imperatore Federico II, lo “stupor mundi”, acerrimo nemico della Chiesa. Dopo pochi giorni, la profezia dell’angelo si avverò e Rosa continuò la sua opera di evangelizzazione nei territori intorno a Soriano fino alla morte, avvenuta pochi mesi dopo, a soli 18 anni.

LA BOLLA PAPALE – 1279

Papa Niccolò III promulgò a Soriano la bolla papale “Exiit qui seminat” per riconfermare l’ordine francescano e definire la nomina pontificia per il controllo dei beni francescani. Questo evento è celebrato con un dipinto presso la chiesa di S. Maria del Poggio. Dante Alighieri pone Niccolò III nell’Inferno, inserendo il Papa tra i simoniaci. L’abitudine al nepotismo, poi perpetrata fino a i giorni nostri, pare infatti partire proprio dal comportamento di Niccolò III, il quale assegnò principati e ducati ai suoi parenti, nel tentativo di formare un grande Stato insieme a Toscana e Romagna. Niccolò III morì nel castello di Soriano nel 1280, fatto da lui edificare in soli due anni.

L’ESECUZIONE DEL DI VICO – 1435

Dopo la morte di Papa Martino V e l’elezione al soglio pontificio di Eugenio IV (1431), i Colonna non riconobbero più l’autorità papale e si allearono con Giacomo Di Vico, Prefetto di Vetralla per il mantenimento dei territori. Il Di Vico a sua volta strinse alleanza con Francesco Sforza che nel 1434 scese da Milano per occupare vari territori della Tuscia. Quando gli Sforza si pacificarono con Eugenio IV, affidando la baronia di Soriano al cardinale-guerriero Giovanni Vitelleschi, questi catturò il Di Vico e lo condannò a morte, eseguendo la decapitazione in piazza di Soriano

PRIMO STATUTO DELL’URBE DI SORIANO NEL CIMINO – 1447

Nell’anno 1447 Papa Nicolò V concesse a Soriano lo Statuto di autogoverno con leggi, disposizioni e formazione secondo gli organi comunali previsti in gran parte dei Comuni d’ Italia

IL “FOSSO DEL BUONINCONTRO” – 1489

Nel 1484 salì al soglio pontificio Papa Innocenzo VIII e Soriano venne affidata ai Borgia. Questi nominarono come castellano Didaco di Carvajal, poi assassinato a tradimento dal conte Pietro Paolo Nardini, signore di Vignanello, nel tentativo di impossessarsi del paese. Ma i sorianesi scoprirono l’inganno per tempo (secondo la leggenda grazie alla “Vecchietta del Carnaiolo”) e durante una memorabile battaglia sconfissero i vignanellesi presso il “fosso del Buonincontro” evitando così di perdere il dominio sulle loro terre. Papa Innocenzo VIII premiò la fedeltà dei sorianesi promulgando la “bolla d’oro”, concedendo privilegi alla popolazione e aggiungendo la parola “Fidelitas” allo stemma del paese.

La Rievocazione Storica è l’evento più suggestivo della Sagra delle Castagne ma all’interno di quest’ultima si svolgono ulteriori avvenimenti che si identificano sotto il nome di ‘Sfide’. Di seguito andremo a scoprirli nel dettaglio. 

CONVIVIUM SECRETUM

La gara storico-gastronomica che coinvolge le quattro contrade, in cui è diviso il paese durante il periodo della festa autunnale è il “Convivium Secretum”.

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Il Convivium Secretum è un momento conviviale particolarmente suggestivo, frutto di una meticolosa e accurata ricerca storica culinaria: il visitatore che deciderà di avventurarsi in questo magico percorso varcherà la soglia del tempo per immergersi in un’atmosfera di antiche suggestioni e sapori ormai dimenticati. In una scenografia di luci soffuse e di addobbi ricercati, un viaggio culinario spettacolare, dove la scoperta del gusto dell’epoca si avvicenderà agli spettacoli d’arte medievale con la partecipazione di musici, ballerini, giullari, creature magiche e presenze d’altri tempi. Tra le pietanze che hanno riscosso maggior successo: il cappone in fricassea alla francese, tipico piatto rinascimentale, il pasticcio quattrocentesco di coniglio bianco mangione alla maniera oltremontana del 1300, confetti de melle appio e pome paradiso e torta in balconata limonia.

Ogni anno un’attenta giuria di esperti in alimentazione, professori di storia dell’arte, scenografi e costumisti, decretano il rione vincitore per la miglior pietanza e per le ricostruzioni scenografiche più fedeli all’epoca storica.

IL CORTEO STORICO

Il Corteo Storico “Soriano e i suoi Rioni”, vede sfilare nella piazza centrale e per le strade dell’antica cittadina più di 700 figuranti in ricchi costumi medievali e rinascimentali. Abiti artisticamente realizzati in ogni minimo dettaglio da abili e sapienti sarte che traggono spunto, per le loro creazioni, da affreschi e stampe dell’epoca.

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Ogni rione attenendosi all’epoca storica di appartenenza e ai colori della contrada mette in piazza spettacoli veramente affascinanti e che ogni anno emozionano la folla di spettatori.

Il rione Papacqua si unisce ai festeggiamenti rievocando la serena vita dei suoi antenati: scene di caccia; nobili, dame e cavalieri che sfoggiano lussuosi e ricchi costumi d’epoca rinascimentale, carrozze che portano Principi e investiture di cavalieri.

La contrada Rocca si caratterizza invece per la performance del Gruppo Storico Spadaccini: duelli a colpi di spada, acrobatiche esibizioni di gruppo e singole, rievocano le gesta dei “Capitani di Ventura”, creando un’atmosfera di suspense tra il pubblico e riscuotendo sempre calorosi applausi per l’originalità dello spettacolo.

Con i colori rosso, azzurro e bianco arriva in piazza il numeroso gruppo dei “Musici” della contrada San Giorgio, che ripropone il combattimento che l’omonimo cavaliere intraprese contro il feroce drago per liberare la fanciulla.

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La nobile Trinità, i cui colori sono il rosso cardinale ed il giallo ocra, per dimostrare affetto alla leggendaria contradaiola, “la Vecchietta del Carnaiolo”, allestisce un carro allegorico a lei dedicato e riempie la piazza con musiche, dame, cavalieri, papi e cardinali. A tutto questo si unisce la festosa e colorata esibizione del gruppo degli “Sbandieratori”.

Alla fine della sfilata sono consegnati i premi ai Rioni per il miglior addobbo, per i migliori costumi, per l’allestimento delle taverne e per la migliore scenografia.

IL PALIO E LA GIOSTRA DEGLI ANELLI

La prima domenica di Ottobre è tradizionalmente la giornata in cui i Quattro Rioni scendono in campo per contendersi l’ambito Palio delle Contrade. Si tratta di una competizione molto sentita fra i compaesani; questa si svolge presso un campo di gara situato alle pendici della collina del centro storico, appositamente allestito per lo svolgimento della competizione. Le Contrade si sfidano su due fronti: la Giostra degli Anelli ed il Torneo degli Arcieri.

La giostra degli anelli

Nella Giostra degli Anelli ciascuna Contrada schiera il proprio cavallo e fantino. Ogni fantino deve percorrere al galoppo un giro di pista nel minor tempo possibile ed al contempo catturare, infilzandoli con la lancia, il più alto numero di anelli: lungo il percorso sono infatti disposti 9 paletti, ciascuno dei quali ospita tre anelli di differente diametro. Al termine di tre manche viene decretato il vincitore della Giostra degli Anelli, ovvero la Contrada il cui fantino abbia ottenuto il punteggio più alto calcolato in relazione ai tempi di percorrenza e agli anelli catturati.

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Il torneo degli Arcieri

Nel Torneo degli Arcieri ciascuna Contrada schiera un tiratore munito di arco nudo in legno. Ogni tiratore deve scoccare 6 frecce per ciascuna delle tre manche, ognuna delle quali corrisponde ad una distanza specifica dal bersaglio (20, 27 e 35 metri). Al termine delle manche viene decretato il vincitore del Torneo degli Arcieri, ovvero la Contrada il cui arciere abbia conseguito il punteggio maggiore.

Al termine delle due sfide viene decretato il vincitore del Palio delle Contrade, ovvero il Rione che ottiene il maggior punteggio totale ottenuto sommando quello della Giostra degli Anelli e quello del Torneo degli Arcieri. Il corteo dei Rioni fa quindi ritorno alla piazza principale del paese, dove viene dato pubblico annuncio del vincitore al quale viene consegnato il drappo del Palio fra ali di folla festante.

I GIOCHI POPOLARI

La competizione fra le Quattro Contrade si svolge nella piazza principale del paese, allestita per l’occasione come una vera e propria arena. Ciascun Rione schiera una squadra di “atleti” che dovranno misurarsi e sfidarsi in una serie di prove molto particolari, ispirate ai giochi tradizionali di un tempo: dalla classica corsa con i sacchi all’abbattimento di una pila di barattoli, dal tiro alla fune alla cattura (con la bocca!) di mele da un bigoncio pieno d’acqua, e via dicendo…

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Il Rione vincitore sarà quello che, al termine delle varie prove, avrà conseguito il punteggio maggiore. Il divertimento della manifestazione non riguarda solo le prestazioni degli “atleti” in campo ma anche le coreografie e scenografie dei contradaioli sulle tribune, a sostegno dei loro “campioni”.

Photo credits: Webnovo

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